mercoledì 7 settembre 2016

AFFONDÒ NAVE CNR NAVIGANDO SOTTOCOSTA PER AVERE "CAMPO" CON IL CELLULARE: CAPITANO CONDANNATO

La Corte di Cassazione ha confermato la pena a cinque anni carico del comandante della portacontainer che nel 2007 non esitò a navigare ad appena 2 miglia e mezzo dalla costa affondando in due minuti la motonave oceanografica Thetis e non prestando soccorsi.

pubblicato da: www.ilfattoquotidiano.it

Mazara, affondò nave del Cnr mentre navigava sottocosta per avere “campo” col cellulare: capitano condannatoTravolse e affondò una motonave oceanografica del Cnr, mentre navigava inspiegabilmente sottocosta con la sua nave portacontainer. E poi non prestò nemmeno soccorso ai naufraghi. Il motivo? Voleva avere campo per usare il cellulare. È per questo che la Corte di Cassazione ha confermato la condanna a cinque anni di carcere a carico di Salvatore Esposito, il comandante della nave portacontainer lunga 300 metri Eleni, armata dalla Mediterranean Shipping Company, che la mattina del tre agosto del 2007, non esitò a navigare sottocosta, tra “consistenti banchi di nebbia“, nelle acque di Mazara del Vallo travolgendo e affondando in due minuti la motonave oceanografica del Cnr Thetis, di 32 metri, fuggendo senza prestare soccorso.

Confermando le condanne per naufragio colposo, omicidio colposo, lesioni personali colpose ed omessa assistenza in mare, la Suprema corte spiega che Esposito ha modificato la rotta dell’imponente motonave rimanendo “ad appena” 2 miglia e mezzo dalla costa “al fine di consentire al cellulare privato di avere campo, tenendo velocità eccessiva e comunque incongrua in relazione alle condizioni meteo e alla presenza di numerose piccole imbarcazioni in radar, ignorando le risultanze del radar di bordo, peraltro potente, sofisticato e di immediata lettura, il cui allarme sonoro era stato disattivato”.

Per annegamento, morì il ricercatore russo Petr Mikheychik, studioso molto conosciuto, mentre riuscirono a sopravvivere, nonostante le ferite e lo choc, gli altri otto ricercatori e i sei membri dell’equipaggio.  La Cassazione definisce “folle” e “dettato da futili motivi” il comportamento di Esposito, dato che lo stesso comandante spiegò di aver approntato “la spregiudicata manovra di evitamento” alla luce della “cinica regola” in base alla quale “‘pesce grosso mangia pesce piccolo”.
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