mercoledì 31 agosto 2016

LA RICOSTRUZIONE IN EMILIA E QUELLO CHE IL GOVERNO NON DICE. "L'ESPRESSO" FA IL PUNTO

Un modello di gestione. Zero infiltrazioni mafiose e illegalità arginata. La narrazione ufficiale del Pd Esclude ogni tipo di anomalie durante post sisma emiliano. Eppure le inchieste giudiziarie e giornalistiche dicono altro.


La ricostruzione in Emilia e quello che il governo non dice Sulla via Emilia messa in ginocchio dal sisma del maggio 2012 è nata la narrazione della ricostruzione pulita. Nella roccaforte del Pd, del resto, tutto deve procedere secondo le regole. Criminali, mazzette e clan, non avrebbero trovato spazi, recita questa narrazione. Frammenti di questo racconto trionfalistico giungono anche in queste ore, a pochissima distanza dalla notizia che Vasco Errani sarà con tutta probabilità il commissario del post terremoto che ha ridotto in un cumulo di macerie i borghi storici di Amatrice, Accumoli, Arquata e Pescara del Tronto. Errani, appunto, scelto in virtù dell'esperienza emiliana. Dove, però, non tutto è come sembra. E sono molte le cose che il governo centrale e quello regionale non dicono.

«Ha saputo garantire rigore, serietà, legalità e trasparenza. E noi oggi abbiamo ricostruito il 70 per cento di quello che avevamo, evitando infiltrazioni mafiose», intervistato da Repubblica Bologna il sindaco di San Felice Sul Panaro, Alberto Silvestri, mostra tutto il suo entusiasmo per la nomina decisa da Matteo Renzi. San Felice è il paese del cratere sismico tra i più colpiti. Il primo cittadino della bassa modenese, però, sa bene che non tutto è andato per il verso giusto. Soprattutto in tema di illegalità e inquinamento mafioso.

Vicino a San Felice, per esempio, si trova Finale Emilia. Lasciamo per un momento da parte la questione mafia, perché l'ultimo episodio che ha riguardato questo comune ha a che fare con un fatto di ordinaria furbizia imprenditoriale. Al centro dello scandalo una scuola media da 5 milioni di euro, nuova di zecca e pronta per essere inaugurata. A distanza di quattro anni esatti, però, nella ricostruzione qualcosa non ha funzionato. Chi ha realizzato l'opera, per limare sui costi, avrebbe utilizzato cemento cosiddetto “depotenziato”. Materiale fragile.

Così per inquirenti e investigatori la struttura della scuola media Frassoni non sarebbe sicura. Il paradosso è che il luogo scelto per edificare l'istituto era considerato tra i più sicuri del paese. Tanto, spiegano gli inquirenti, da indicare l'area come luogo di rifugio per la popolazione nel caso di terremoti. Cittadini beffati due volte, quindi. Perché avrebbero raggiunto una zona con un edificio, dicono i pm, per nulla sicuro.

L'inchiesta “Cubetto” - termine che indica i campioni di calcestruzzo da sottoporre ad analisi di resistenza - è ancora in corso.

martedì 30 agosto 2016

COSENZA, 14 ARRESTI PER USURA ED ESTORSIONE. IN MANETTE ANCHE IL CALCIATORE FRANCESCO MODESTO

Modesto ha militato in diverse squadre di calcio, anche in serie A e B.  Secondo chi indaga, gli arrestati, utilizzando i capitali della 'ndrangheta, elargivano prestiti con l'imposizione di tassi d'interesse fino al 30% mensile.

pubblicato da: www.rainews.it

I carabinieri del Ros e del Comando provinciale di Cosenza stanno eseguendo un'ordinanza di custodia cautelare a carico di 14 persone accusate di appartenere a un'organizzazione criminale dedita all'usura e all'estorsione, aggravate dalle finalita' mafiose. Al centro delle indagini c'e' un sodalizio criminale, emanazione delle cosche dei "Cicero-Lanzino" e "Rango-Zingari", egemoni nella citta' di Cosenza. Secondo chi indaga, gli arrestati, utilizzando i capitali della 'ndrangheta, elargivano prestiti con l'imposizione di tassi d'interesse fino al 30% mensile. Tra le persone arrestate c'e' anche il calciatore Francesco Modesto, 34 anni, originario di Crotone. Modesto, che e' il genero di un altro indagato, ha militato in diverse squadre di calcio, anche in serie A e B, tra cui il Palermo, il Genoa, la Reggina, l'Ascoli, il Parma, il Bologna e il Crotone.

TERREMOTO: SCIACALLI SUL WEB, FALSI ALPINI FRODANO BENEFATTORI

La segnalazione arriva dalla sede nazionale dell’Associazione Nazionale Alpini. Una mail di un presunto raggruppamento di “Alpini degli Abruzzi” tenta con l’inganno di frodare soldi su un conto corrente dichiarato a favore della raccolta di denaro per la zona terremotata;

in realtà sono delinquenti e l’azione informatica e stata denunciata alle competenti autorità. Nella mail non viene pubblicato il logo ufficiale dell’ANA ma uno stemma che potrebbe trarre in inganno. La posta elettronica dice: “Il codice IBAN dove poter versare eventuali offerte è: IT23X0832703603000000001636 con causale “PRO TERREMOTO AMATRICE” Comunichiamo inoltre che non sono previste modifiche al calendario delle manifestazioni della Sezione “Abruzzi”.

Gli Alpini avvertono chiunque abbia ricevuto o riceverà tale messaggio di posta di non cadere nell’inganno e non utilizzare il conto corrente per qualunque versamento.

pubblicato da: www.newsbiella.it

TERREMOTO, DECINE DI EDIFICI SOTTO INCHIESTA. “CROLLATI NONOSTANTE CERTIFICAZIONI DI SICUREZZA”

Il sospetto dei pm è che i documenti che dichiaravano le strutture a norma siano stati falsificati. Fascicolo dell'Anac sul vicesindaco di Amatrice, geometra e responsabile di decine di interventi nella zona. Scuola e hotel Roma erano indicate tra le sedi a disposizione nei piani d'emergenza del Comune.
Terremoto, ad Amatrice ed Accumoli decine di edifici sotto inchiesta. “Crollati nonostante certificazioni di sicurezza”
pubblicato da: www.ilfattoquotdiano.it

La scuola Capranica di Amatrice, ristrutturata sì, ma non per il rafforzamento anti-sismico. E, anzi, indicata come punto di accoglienza del piano di protezione civile, così come l’hotel Roma, venuto giù. E poi il campanile di Accumoli, ma anche la Torre Civica e la caserma dei carabinieri. Il lavoro dei magistrati sui crolli del terremoto si annuncia lungo, complicato e più ampio di quanto si possa immaginare. Ci sono le storie note (la scuola e il campanile) e quelle meno note. Il Corriere della Sera e il Messaggero pubblicano, per esempio, il contenuto di un documento che presenta le irregolarità compiute nella ristrutturazione degli edifici pubblici nei due paesi della Provincia di Rieti dopo il sisma che nel 1997 colpì in particolare l’Umbria, ma ebbe effetti anche nel Lazio e nelle Marche. La relazione mette in fila 21 appalti assegnati per la messa a norma, indicando interventi, ditte, progettisti. Investimento totale 2 milioni e 300mila euro totali. Ma la Procura di Rieti è pronta ad acquisire documentazione su circa cento edifici, tra pubblici e privati. E l’attenzione comincia a concentrarsi su alcune figure, in particolare. Intanto sul vicesindaco di Amatrice, Gianluca Carloni: il braccio destro del sindaco Sergio Pirozzi, geometra, ha curato decine di interventi soprattutto ad Accumoli. Su Carloni, scrive il Corriere, c’è già un fascicolo aperto dall’Autorità anticorruzione guidata da Raffaele Cantone.

Nonostante gli interventi del post-sisma 1997, però, alcuni edifici sono stati demoliti dal terremoto. Il sospetto dei pm, già ora, è che i certificati di collaudo fossero falsificati. Una questione che sconfina dal Lazio fino alle Marche: ad Arquata del Tronto sono stati dichiarati inagibili l’ufficio delle poste, la scuola, il Comune, la caserma dei carabinieri. Dovranno essere demoliti, nonostante fossero stati certificati come a norma.

Tre casi simbolici riportati da Repubblica, Corriere e Messaggero. Il primo, la Torre Civica medievale di Accumoli. Spesa per i lavori: 90mila euro. Ditta: Giuseppe Franceschini. Il responsabile del procedimento è lo stesso che ha seguito anche i lavori sul campanile della chiesa di Accumoli, che poi è crollato su una casa, dove sono morti padre, madre e due figli. La Torre Civica, invece, è fortemente lesionata, mentre il resto della struttura è franato. Secondo caso, la caserma dei carabinieri, sempre ad Accumoli. Dopo il sisma del 1997 si decidono lavori da 150mila euro. Ditta: Impretekna. Le carte dicono che i lavori sono andati a buon fine. Invece il comandante della caserma si è salvato solo per un caso.

Terzo caso, il campanile di Accumoli quello che ha ucciso la famiglia Tuccio: Andrea, 35 anni, Graziella, 32 anni, Stefano, 7 anni, Riccardo, 8 mesi. Sul “complesso parrocchiale”, dopo il sisma del 1997, vengono spesi – dice Repubblica – 116mila euro. 

lunedì 29 agosto 2016

TERREMOTO, L’ESPERTO GIAPPONESE: «NEL MIO PAESE UN SISMA DEL GENERE NON AVREBBE QUASI PROVOCATO CROLLI»


Parla l’ingegner Yoshitero Murosaki: «L’esperienza ci ha portato a costruire rispettando severi controlli antisismici. Temo che in Italia manchi una cultura della prevenzione»

pubblicato da: www.corriere.it

Imparare dai giapponesi a salvare vite umane e patrimonio culturale (ed edilizio) nazionale. Il Sol Levante è quasi agli antipodi. Ma condivide con l’Italia la fragilità delle faglie che «sostengono» città e villaggi. Anzi, l’Arcipelago nipponico, affacciandosi sull’intersezione tra la placca asiatica e quella del Pacifico, all’interno della cosiddetta «cintura di fuoco», è soggetto a eventi quasi giornalieri, talvolta con una forza distruttiva spaventosa: basti pensare al terremoto-tsunami dell’11 marzo 2011, nono grado della scala Richter e oltre 15 mila morti. «Eppure — dice al Corriere il professor Yoshiteru Murosaki, 73 anni, ingegnere, docente emerito all’Università di Kobe, ordinario alla Kwansei Gakuin e direttore dell’Istituto per la prevenzione dei disastri — in quell’occasione la maggior parte delle vittime fu causata dall’onda di marea, non dai crolli. Questo perché da una parte, escluse le grandi città, nelle province molte case hanno strutture in legno, quindi più elastiche. E poi perché l’esperienza ci ha portato a costruire rispettando severi criteri antisismici».

A suo avviso che tipo di terremoto ha colpito il Centro Italia?
«In questo caso, non siamo in presenza di un terremoto dei più potenti, ovvero di un terremoto tettonico originatosi lungo i margini di placca. Questi terremoti, che si producono in seguito allo sfregamento di due placche contigue, sono quelli che rilasciano le maggiori quantità di energia, e quindi causano anche i maggiori disastri. Il terremoto che si è verificato in Italia è stato invece determinato dai movimenti di masse magmatiche in profondità, è quello che i sismologi giapponesi definiscono chokka jishin (terremoto localizzato) o nairiku jishin (terremoto interno). Questi terremoti, meno frequenti dei primi, hanno un’origine superficiale, un raggio dell’epicentro più limitato e una potenza inferiore».

Eppure i danni sono stati ingenti, così come le vittime...
«Nonostante la potenza limitata, si sono avute forti scosse superficiali, del sesto grado della scala Richter: può essere dovuto al fatto che l’epicentro fosse situato in prossimità della crosta terrestre. Una seconda ragione si potrebbe individuare nella presenza di un sottosuolo soffice. Nei terremoti superficiali si determina un’area circoscritta di scosse particolarmente forti».

In Giappone avrebbe causato gli stessi danni?
«In presenza di onde sismiche del sesto grado Richter, è molto raro, sia in Giappone sia in Italia, che si verifichino danni agli edifici così ingenti come in questo caso. Lesioni di questa portata possono essere attribuite solo alla mancanza nelle costruzioni di adeguate strutture antisismiche. Normalmente, in Giappone, un terremoto di questa magnitudo e con vibrazioni di questo tipo non produce le vittime che ha prodotto il terremoto dei giorni scorsi nell’Italia centrale. Può essere che a fare la differenza sia la struttura in legno degli edifici rispetto a quella in mattoni. Certo, succede anche in Giappone che con terremoti tra il quinto e il sesto grado, cioè della stessa magnitudo di questo, si verifichino danni agli edifici e crolli, ma sono casi rari».

Dal 1995, quando un sisma provocò nella sua città, Kobe, oltre seimila morti, molte cose sono cambiate. Città come Tokyo, Kyoto, Osaka, dove svettano migliaia di grattacieli costruiti con criteri all’avanguardia — rinforzi, contrappesi, tiranti — sembrano in grado di resistere alle scosse più potenti. Cosa dobbiamo fare in Italia a livello di prevenzione?
«Il Giappone ha un’antica dimestichezza con questo fenomeno. L’alta frequenza con cui da sempre nel nostro arcipelago si verificano terremoti di proporzioni enormi ci ha reso previdenti. Qui da noi, lo studio di misure antisismiche con cui mettere in sicurezza gli edifici storici e in generale i beni culturali del Paese progredisce costantemente. Ho l’impressione che in Italia, in confronto, una vera cultura della prevenzione a livello del cittadino comune sia ancora piuttosto carente. Certo, il vostro Paese ha un patrimonio edilizio molto più antico del nostro, e dunque non è agevole adattarlo alle necessità del presente. Però è indispensabile che le autorità, a ogni livello, vigilino perché le regole antisismiche siano rispettate rigorosamente: è questa l’unica strada per salvare, un domani, il maggior numero di vite umane. E anche di edifici».

MALPENSA, LA GIUNGLA DEI PARCHEGGI: AUTO POSTEGGIATE NELLA CAVA ABUSIVA



È l’ultimo caso di rimessa abusiva nei pressi dello scalo. Denunciati i titolari della società di parking e della cava, utilizzata per stoccare materiali inerti. Scoperte 147 vetture tra i rifiuti. 

pubblicato da: milano.corriere.it

Una cava di stoccaggio di materiali inerti non è forse il posto migliore dove lasciare l’automobile, eppure a Lonate Pozzolo una società di parcheggi aeroportuali ha pensato di risolvere così il problema della mancanza di spazio. Peccato che per i carabinieri si tratti di una sorta di truffa nei confronti dei clienti e di una violazione delle leggi che regolano il mercato. Il gestore di una società chiamata Malpensa Parking e un responsabile legale della Cava Rossetti di Lonate Pozzolo sono stati denunciati per un’attività di parcheggio abusivo, e le 147 automobili trovate nella cava, che si occupa anche di stoccaggio rifiuti, sono state sequestrate anche se saranno presto assegnate ai legittimi proprietari, quasi tutti in vacanza all’estero. Il parcheggio abusivo scoperto ieri è solo l’ultimo in ordine di tempo. Per alcuni anni situazioni di illegalità diffusa furono la norma: lavoro nero, prati usati abusivamente, trasporti su camioncini fatiscenti. Ma nel 2010 una vasta operazione portò al sequestro di molte aree nel Parco del Ticino che venivano utilizzate illegalmente e al sequestro di diverse licenze. Nei giorni scorsi l’uso della cava di Lonate Pozzolo non era stato comunicato ai clienti, ma come tutti sanno, quando si lascia l’auto in un parcheggio aeroportuale privato, si devono consegnare anche le chiavi e non sempre il gestore dichiara dove sarà effettivamente parcheggiata la vettura. In questi anni è anche capitato che a qualche cliente riconsegnassero l’auto ammaccata.
«Nel nostro settore ci sono i buoni e i cattivi - osserva Giuliano Rovelli, imprenditore di Somma Lombardo che dal 1995 lavora a Malpensa - ben vengano i controlli, perché permettono di bloccare la concorrenza sleale e soprattutto ben vengano le sanzioni come la denuncia penale e il blocco delle licenze perché la semplice multa non basta». Il punto è saper riconoscere un buon parcheggio da uno scadente: «I prezzi troppo bassi sono un indicatore che deve far sospettare - osserva Rovelli - inoltre il gestore ti deve dire chiaramente se sposterà la vettura». Un’alternativa è parcheggiare in aeroporto. La Sea, azienda che gestisce lo scalo di Malpensa, ha in carico moltissimi posti auto, ma la crescita dei parking privati si basa sulla volontà del cliente di spendere meno. «Tuttavia i posti nelle nostre strutture di Malpensa, Linate e Orio al Serio sono oggi 17mila in totale - sottolineano dall’azienda - e ci sono varie tipologie di tariffe, con i posti più vicini allo scalo che sono i più costosi, ma con la possibilità anche di tariffe inferiori se si percorre qualche metro in più a piedi. Inoltre prenotando online c’è la possibilità di avere molti sconti e abbassare i prezzi. I parcheggi interni a Malpensa e agli altri scali - continua la Sea - sono sicuri, sorvegliati e garantiscono ad esempio che il cliente non debba consegnare la chiavi della macchina come avviene nei parcheggi esterni all’aeroporto. Dunque non vi è alcuna brutta sorpresa al termine del viaggio».

CERIALE, EX VILLAGGIO TURISTICO TRASFORMATO IN DISCARICA E DORMITORIO ABUSIVO

Le Fiamme Gialle hanno sequestrato un’area di 7 mila metri quadri ed un immobile di 400 metri quadri sulla spiaggia

pubblicato da: www.ivg.it

Ceriale, ex villaggio turistico trasformato in discarica e dormitorio abusivoCeriale. Da ex camping e villaggio turistico in riva al mare a discarica di rifiuti e dormitorio abusivo per clochard ed immigrati clandestini. Questa è la fotografia scattata dagli uomini del comando provinciale della guardia di finanza di Savona dopo il blitz sul lungomare di Ceriale, eseguito nella ricerca di un deposito di merce contraffatta destinata alla vendita sulle spiagge della Riviera di ponente.
Effettivamente, ammonta a svariate centinaia di capi di abbigliamento contraffatti il resoconto della merce rinvenuta nascosta tra i cespugli ma, durante il blitz, i finanzieri hanno scoperto una triste realtà: l’esistenza di un dormitorio per immigrati clandestini che vivevano in condizioni igienico-sanitarie precarie e di estremo degrado. Gli occupanti dell’immobile avevano allestito degli spazi per poter dormire e delle aree di fortuna ove poter espletare i propri bisogni fisiologici e di “cura personale”.
Si tratta di una vasta area situata sul litorale di Ceriale che si estende dalla litoranea che collega Albenga a Ceriale sino al mare e su cui anni fa sorgeva un polo turistico-ricettivo affacciato direttamente sulla spiaggia. L’elevato valore paesaggistico è dovuto anche alla vicinanza al Rio Torsero, che costituisce riserva naturale regionale e riveste fama mondiale tra i paleontologi per l’abbondanza, la varietà e l’eccezionale stato di conservazione dei fossili che risalgono al periodo pliocenico.
L’ex villaggio è già noto alle cronache degli ultimi 10 anni a causa di diversi episodi incendiari che l’hanno coinvolto, alcuni dei quali hanno causato anche interruzioni dell’adiacente tratto ferroviario Savona-Ventimiglia. Nel 2015, un ultimo incendio era divampato proprio a causa dell’occupazione abusiva da parte di alcuni soggetti extracomunitari, tant’è che i proprietari dell’edificio, su richiesta degli uffici comunali, avevano deciso di “murare” tutti gli accessi (porte e finestre). Questo non è bastato a dissuadere i nuovi occupanti che, nel frattempo, hanno creato dei varchi di accesso demolendo alcune parti delle nuove murature.

BUS A NAPOLI: E' BOOM DI ABBONAMENTI FALSI

Tra i più imitati, quello mensile da 42 euro che consente di viaggiare su tutti i mezzi pubblici che aderiscono al Consorzio per 30 giorni consecutivi e senza limiti di cambi

Pubblicato da: www.napolitoday.it

Bus, Autista Di Autobus, InterniBoom di abbonamenti falsi a Napoli per viaggiare a scrocco su tutti i mezzi di trasporto pubblico. Sulla vicenda indagano gli 007 della Guardia di Finanza, coadiuvati da una task-force composta dai controllori di Unico Campania e Anm.

Nel mirino dei falsari, si legge sul Mattino, il Tic Urbano Napoli del Consorzio Unico Campania. Tra i più imitati, l’abbonamento mensile da 42 euro, che consente di viaggiare su tutti i mezzi pubblici che aderiscono al Consorzio per 30 giorni consecutivi senza limiti di cambi.

Le differenze sono impercettibili: colori poco più chiari, una diversa sfumatura dello sfondo nella parte alta, una peggiore qualità delle definizione del logo della Regione Campania.


domenica 28 agosto 2016

FALSE EMAIL DA ALITALIA: OCCHIO ALLA TRUFFA!

False email Alitalia, la truffa online degli 80 euro continua

pubblicato da: www.borderline24.com

Negli ultimi tre mesi, in pieno tempo di prenotazioni online e viaggi, un nuovo tentativo di phishing a mezzo email si sta sempre più diffondendo nel nostro paese.

Phishing AlitaliaMigliaia di utenti stanno ricevendo un’email all’apparenza proveniente dalla compagnia di bandiera, ma in realtà assolutamente artefatta da un gruppo di truffatori online. L’email corrispondente nei contenuti alla classica newsletter Alitalia, in realtà fa riferimento ad un sondaggio online al cui termine, all’ignaro utente, vengono richiesti numerosi dati personali nonché il numero della carta di credito per ricevere 80 euro in “regalo”.

Il completamento di tale sondaggio, consentirà quindi ai truffatori di disporre di tutti i dati necessari per utilizzare la carta di credito dell’utente a proprio piacimento.

E’ bene quindi ricordarsi di prestare la massima attenzione prima di cliccare su link contenuti all’interno delle email ricevute anche se apparentemente provenienti da società di fama mondiale, ma se proprio la “curiosità” dovesse farla da padrona, è meglio seguire questi semplici step.

Controllare la presenza di eventuali errori di battitura nei testi dell’email;
Posizionare il puntatore del mouse sul link a cui fa riferimento il testo del messaggio, solitamente: Per accedere al modulo: Clicca qui e completare il sondaggio
Leggere attentamente l’indirizzo internet a cui fa riferimento il link. Uno degli indirizzi a cui fa riferimento questa truffa, ad esempio: materialesacusticos**/modules/contado/v.*** (N.B. per evitarne la diffusione abbiamo sostituito le estensioni con gli *)
In presenza di indirizzi internet diversi rispetto al mittente, cestinare l’email
E’ utile ricordare che spesso i link non puntano a pagine web –come in questo caso- ma anche a file di vario genere che al loro interno possono contenere il famigerato virus CRYPTLOCKER, il ransomware che cripta irrimediabilmente tutti i file (pdf, word, excel, jpg, zip… etc.) presenti nel computer del malcapitato in cambio del pagamento di un “riscatto”.

TERREMOTO: SCIACALLI IN AZIONE, FALSI AGENTI TRA LE CASE.

Anche due finti giornalisti che cercavano la villa di Lotito.

pubblicato da: www.leggo.it

Sciacalli in azione, falsi agenti fra le case.
E due finti giornalisti cercavano la villa di Lotito

Tentativi di sciacallaggio da parte di individui che si  fingevano giornalisti o appartenenti alle forze di polizia. A segnalare alcuni casi verificatisi nelle zone colpite dal sisma è il Comando provinciale di Rieti della Guardia di finanza.

In un caso, segnalato da una donna, alla richiesta di esibizione del tesserino di riconoscimento, due persone si sono date alla fuga. Due presunti giornalisti invece cercavano la villa di Lotito.

Per questo motivo le fiamme gialle specificano che il personale opera in divisa o in borghese, ma sempre con segni distintivi. E in caso di dubbio invitano la gente a contattare la sala operativa al 117.

La truffa dei 2 euro


VEICOLI CON TARGA STRANIERA, UN SOTTOBOSCO DI FALSI E ILLEGALITÀ

"Un settore forse poco esplorato ... che è stato preso in mano dalla Compagnia dei Carabinieri di Pavullo. In pochi mesi si è arrivati a 15 denunce, un arresto e al sequestro di 21 documenti falsi"

pubblicato da: www.modenatoday.it

Risultati immagini per targhe straniere
"E' nell'esperienza comune di tutti i cittadini aver notato negli ultimi anni un aumento esponenziale dei veicoli con targa straniera. ...Questo settore rappresenta sicuramente un ambito poco esplorato, che tuttavia presta il fianco ad una lunga lista di pratiche illegali. E' quello che ha scoperto la Compagnia dei Carabinieri di Pavullo nel Frignano, che negli ultimi mesi ha dedicato molti servizi – e un approfondimento tecnico – al controllo dei flussi veicolari in Appennino.

In molti casi sono emersi veicoli guidati da persone pregiudicate, sia italiane che straniere, che utilizzano targhe estere per eludere i controlli di polizia e quelli sul pagamento delle tasse, ma soprattutto per passare in modo "anonimo" lungo le strade, sfuggendo ai sistemi elettronici di rilevamento delle targhe, per i quali è spesso impossibile attribuire ad una persona precisa l'eventuale infrazione commessa. La maggior parte di questi veicoli sono mezzi italiani, che vengono radiati per poi essere re-immatricolati all'estero, spesso senza mai lasciare il paese.

I Carabinieri hanno però rilevato un fenomeno dilagante, strettamente correlato ai possessori di questi mezzi: quello dei falsi documentali. Chi si trova su questi mezzi, infatti, viene sorpreso non di rado in possesso di documenti contraffatti: passaporti, patenti, le stesse targhe, ma anche documenti di circolazione.

I numeri inquadrano meglio il problema. In un territorio già di per sè non certamente centrale, come è quello del Frignano, negli ultimi mesi sono stati controllati 80 veicoli e si è arrivati alla scoperta di ben 21 documenti falsi. Sono in totale 15 le denunce effettuate dai Carabinieri, cui si è aggiunto anche un arresto e 15 perquisizioni nelle quali è emersa anche droga e merce rubata, negli appartamenti degli stranieri controllati.

Sono stati sei i mezzi con targa estera che sono stati scoperti avere una doppia immatricolazione, cioè mai radiati dal Pra italiano Otto invece sono stati i veicoli extracomunitari sequestrati a cittadini che risiedono regolarmente in Italia ma non avevano proceduto alla "nazionalizzazione" dei propri mezzi, come prevede la legge doganale.

Infine, l'Arma ha voluto esplorare anche il fenomeno dei "furgoni portapacchi", quei piccoli convogli che fanno la spola tra l'Italia e i paesi dell'Est Europa (Ucraina, Romania e Moldavia), spesso per movimentare le merci dei tanti immigrati che lavorano anche sul nostro territorio. Un'attività che richiederebbe opportune autorizzazioni, ma che si svolge ampiamente con un "fai da te" che ignora ogni disposizione nazionale ed internazionale. Tre sono stati i "portapacchi" sanzionati, per un totale di 6.000 euro.

Quello che emerge è in effetti un quadro davvero preoccupante, soprattutto se rapportato alle dimensione del territorio di competenza dei militari di Pavullo: rapportato ad una zona ancor più centrale come può essere il capoluogo modenese, i numeri delle irregolarità schizzerebbero rapidamente alle stelle. Per questo i Carabinieri rivolgono a tutti i cittadini un invito, ossia quello a prestare la massima attenzione a situazioni stradale (soprattutto gli incidenti) che coinvolgono mezzi con targa straniera, non esitando a contattare le forze dell'ordine per le opportune verifiche.

sabato 27 agosto 2016

AVEVANO 25 BADANTI E NON LO SAPEVANO: SCOPERTA TRUFFA ALL'INPS DA UN MILIONE

pubblicato da: milano.repubblica.it

Cremona, avevano 25 badanti e non lo sapevano: scoperta truffa all'Inps da un milioneI 25 cittadini extracomunitari risultavano tutti assunti dalla stessa coppia di anziani: i contratti erano falsi e servivano loro per rinnovare il permesso di soggiorno. Quando la coppia si è vista richiedere i contributi ha sporto denuncia.

I carabinieri di Casalmaggiore, coordinati da quelli del Comando provinciale di Cremona, hanno portato a termine un'indagine su una maxi-truffa ai danni dell'Inps realizzata attraverso falsa assunzione di cittadini extracomunitari come badanti che così riuscivano a farsi rinnovare indebitamente il permesso di soggiorno ottenendo anche l'indennità di disoccupazione dall'ente previdenziale pubblico.

L'indagine chiamata "BAD-anti" ha impegnato i carabinieri di Casalmaggiore per circa un anno, al termine del quale sono stati scoperti 25 cittadini extracomunitari, residenti in diverse province italiane, che sono stati denunciati alla Procura della di Cremona per aver prodotto dal 2009 ad oggi falsi contratti di lavoro. Sono ritenuti responsabili del reato di truffa aggravata ai danni di un ente pubblico e procurato ingresso clandestino.

A insospettire i carabinieri è stato il fatto che i 25 cittadini extracomunitari risultavano essere stati regolarmente assunti come badanti da una coppia di anziani, perfettamente in salute e autonoma, che non ne sapeva nulla. Quando i coniugi si sono visti recapitare dall'Inps a richiesta di versamento dei contributi per i 25 "pseudo badanti" assunti a loro insaputa hanno sporto denuncia. Il danno erariale per l'INPS potrebbe ammontare a un milione di euro.

IL SINDACO DI AMATRICE: «LA SCUOLA CROLLATA? PER I TECNICI ERA A POSTO»

Sergio Pirozzi parla delle polemiche sul passato e dei progetti per il futuro: «Era uno dei borghi più belli d’Italia e così deve tornare. Il modello? La ricostruzione in Friuli»

pubblicato da: www.corrieredellasera.it

Fa un passo e predispone un ospedale da campo («Ho avuto l’Ok da Zingaretti»). Ne fa altri cinque e tenta di risolvere l’intoppo burocratico dei certificati delle salme («Per ognuno bisogna andare a Rieti. Che ci posso fare se il magistrato qui non vuole venire?») Ne fa altri sette e arriva, come uno schiaffo, la domanda sui fondi spesi e non spesi per la prevenzione. Ora che anche la procura indaga sul crollo della scuola elementare di Amatrice, per il sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi, sembra sia arrivato il momento degli attacchi. E di dare risposte.

La prima. Quella scuola elementare era stata ristrutturata ma è venuta giù. Perché?
Lui allarga le braccia e un sorriso amaro. «C’è’ stato il terremoto».

Ma la procura indaga su quell’edificio che ieri, in un’altra scossa, ha perso un intero angolo.
«Certo. È’ un atto dovuto. Ma non mi fraintendete. Non voglio difendere nessuno. Ognuno si assumerà le eventuali responsabilità. Io faccio il sindaco, non il tecnico».

Ma erano stati spesi trecentomila euro?
«Di più. Mi pare cinquecento stanziati dalla regione e cento dal comune». 

E non sono serviti a nulla?
«No, no. Le migliorie antisismiche ci sono state, compatibilmente con quel tipo di edificio».

Quale tipo?
«La scuola è sottoposto a vincoli dei beni culturali perché è stata costruita nel 1930». 

E chi ha controllato che le migliorie tecniche fossero adeguate?
«Dopo il terremoto dell’Aquila facemmo venire i tecnici per verificare se la scossa, che qui si è sentita molto forte, avesse messo a repentaglio la stabilità dell’edificio. E la scuola è risultata a posto. Ma le dirò di più». 

Ovvero? «Nel 2013 qui ci fu un altro terremoto. E in quell’occasione ci furono altri rilievi tecnici. E per la stabilità della scuola io ricevetti addirittura i complimenti. Mentre per il liceo...».

Per il liceo? 
«Nonostante non fosse di mia competenza io lottai perché i ragazzi non rientrassero in quella struttura pericolosa. E ora mi dovrebbero fare un monumento per quel container che può ospitare il centro operativo della protezione civile per i soccorsi perché è l’unica struttura rimasta agibile». 

Il centro storico è distrutto. Davvero non si poteva far nulla per evitarlo? «Facile parlare col senno del poi. Venissero quassù a vedere, invece di fare bassa speculazione».

Cosa scoprirebbero?
«Le anomalie questo terremoto le ha avute tutte. Duecento morti già estratti e quelli purtroppo che temiamo di trovare lì sotto lo dimostrano. Ma poi la violenza con cui ha colpito in alcune zone, mentre altre non sono state neanche sfiorate. La porta Carbonara non era mai crollata».

Le case erano a norma? «Le normative sono cambiate con gli anni. I privati si adeguano a quelle in vigore al momento della costruzione». 

Al netto delle feste e della sagra degli spaghetti quanti abitanti ha Il centro storico di Amatrice? 
«Circa duemila e cinquecento persone. Le altre sono seconde case per le vacanze riaperte in questo periodo. Se la scossa fosse arrivata lunedì i morti sarebbero stati molti, molti di meno». 

Riaprirà la scuola dei bimbi? «Subito. Amatrice deve ripartire». 

Anche loro in un container? «È’ la soluzione più sicura».

Quante tendopoli verranno allestite?  «Otto. E voglio che siano allestite al meglio. Qui la sera fa già zero gradi. In inverno la temperatura va ancora più giù». 

Non pensa al modello New Town?
«No. assolutamente Amatrice era uno dei borghi più belli d’Italia e così deve tornare». 

Come fare con un centro storico completamente distrutto? 
«Io rivoglio la città com’era. Il modello sarà quello del Friuli, non delle New town. Meglio aspettare un po’ di più nelle tende ma riavere l’Amatrice disegnata da Cola Filotesio». 

Lei aveva detto «Amatrice non esiste più». Ha cambiato idea? 
«Era un momento di scoramento che mi ha preso proprio quando ho visto che era caduta, per la prima volta nella storia, la porta della città».

Non lo direbbe più? 
«No. I soccorsi sono stati straordinari. Abbiamo avuto prove di affetto dagli amici e da tutto il mondo. Siamo montanari. Di fronte alle difficoltà noi ci rimettiamo in marcia. Ce la dobbiamo fare. Amatrice risorgerà».

venerdì 26 agosto 2016

Cocaina purissima nel doppiofondo dell’Audi: sequestro e arresti a Brogeda

Blitz delle fiamme gialle: fermano una vettura con due sudamericani a bordo e partono gli accertamenti. Droga occultata bene. Un arresto anche a La Spezia: era il mandante.

pubblicato da: www.ciaocomo.it

I finanzieri del Comando Provinciale di Como, in collaborazione con i funzionari doganali hanno sequestrato, presso il valico autostradale di Brogeda, 1,2 kg. di cocaina purissima. La droga viaggiava nascosta all’interno di un ingegnoso doppiofondo, ricavato nel sedile posteriore dell’autoveicolo AUDI A4 AVANT, attraverso la creazione di un vano di lamiera ad apertura meccanica di considerevole dimensione.

doppiofondo finanza cocainaLa scoperta è stata fatta tra le migliaia di autoveicoli, provenienti dal nord Europa ed incolonnati alla frontiera, veniva selezionata l’automobile condotta dal dominicano il quale viaggiava in compagnia di un connazionale. Presentatisi con scarno bagaglio, i due hanno dichiarato di voler trascorrere un periodo di vacanza in Italia ma il velato nervosismo ha insospettito i finanzieri del Gruppo di Ponte Chiasso in servizio al valico, i quali decidevano di sottoporre ad approfondita ispezione il veicolo presso la “buca”, un’officina in dotazione alle Fiamme Gialle, dove sono entrati in azione i “cacciavitisti”, che hanno smontato e rimontato l’auto alla ricerca di doppifondi.

Nel contempo, poiché l’intestatario dell’autoveicolo è risultato essere un cittadino italiano residente a La Spezia, sono stati interessati i finanzieri della città ligure, che, a seguito di perquisizione domiciliare, hanno tratto in arresto l’italiano e sequestrato circa gr 300 di cocaina. A Ponte Chiasso, l’ispezione veicolare condotta dai militari permetteva di rinvenire nell’automobile un panetto di cocaina da 1,2 Kg occultato all’interno di un vano appositamente creato sotto al sedile posteriore. I due uomini sono stati arrestati per traffico internazionale di stupefacenti mentre è scattato il sequestro per l’autovettura, i tre telefoni cellulari ed il navigatore satellitare.
La sostanza stupefacente, per effetto dei numerosi “tagli” che avrebbe potuto subire grazie
all’elevato grado di purezza, una volta immessa sul mercato avrebbe fruttato circa 250.000

Minorenni “gestiscono” mini casinò del bar cinese: tutto sotto sequestro

Minorenni “gestiscono” mini casinò  del bar cinese: tutto sotto sequestroMARTIGNACCO (Udine) - Erano in due, dietro al piccolo banco bar di una sala slot gestita da cinesi, a Martignacco. Entrambi minorenni, hanno scambiato la polizia, giunta sul posto per un controllo in abiti borghesi, per dei clienti; tanto che hanno chiesto loro che cosa volevano bere. È successo  in un locale alle porte di Udine che la polizia non esita a definire, di fatto, un “mini casinò”. Il locale era già finito nel mirino degli agenti per lo stesso motivo ed era stato chiuso temporaneamente: al tempo la polizia lo avevano trovato sempre “nelle mani” dei due under 18. E di nuovo, quindi, il questore, ieri, giovedì 25 agosto, ha disposto un'altra sospensione di 10 giorni dell’attività, intestata a uno dei genitori dei minori, L. J. un cittadino cinese.

Per la polizia il fatto è particolarmente grave perché la licenza concessa a questa impresa prevede anche una sala “Vlt”, cioè una sala con apparecchi da gioco di cui è vietato l’uso ai minori. Per gli agenti, essendo questo luogo un “mini casinò”, è vietato rigorosamente anche l’ingresso ai minori. Le autorizzazioni di pubblica sicurezza, proprio per la loro delicatezza, prevedono inderogabilmente che la loro gestione sia esercitata dal titolare, dopo aver superato il “vaglio” di tutti i controlli di polizia, o comunque da un suo rappresentante delegato in forma ufficiale, e non "a parole". Questo “mini casinò” con bar, invece, non solo non era sotto il controllo diretto dei titolari della licenza - che devono anche proteggere i ragazzini - ma è stato due volte lasciato liberamente nelle mani dei due minorenni; è a loro che gli agenti si sono rivolti per chiedere informazioni sui loro genitori.

pubblicato da: www.ilgazzettino.it

Carte di credito, attenzione alla truffa del codice Cvv. L'allarme della polizia

Non solo raggiri con le carte clonate. Rischi anche con i 3 numeretti

pubblicato da: notizie.tiscali.it

Carte di credito, attenzione alla truffa del codice Cvv. L'allarme della poliziaL'Agente Lisa scende nuovamente in campo contro le truffe e, sul suo account Facebook ufficiale che conta più di 350 mila fan, la poliziotta virtuale regala utili consigli per evitare di cadere vittime di malintenzionati. Questa volta, protagoniste sono le carte di credito e il codice Cvv.

"Fino ad oggi - spiega Lisa - avrete sentito parlare di carte di credito clonate ma oggi vi parlo di un altro modo per truffare sempre con carte di credito. Avete presente quella sfilza di numeri sovrimpressi sulla vostra carta? Quelli identificano la carta e il titolare perché ci sono anche nome e cognome, ma se volete acquistare via internet avete bisogno anche del codice di sicurezza CVV. Sono tre numeri impressi sul retro della carta. E qui i truffatori entrano in azione, perché se riescono in qualche modo a carpirvi il numero della carta e il CVV poi riescono a fare acquisti ONLINE a nome vostro e anche a pagarsi soggiorni in hotel".

"Esattamente come è successo ad Ischia nei giorni scorsi dove i poliziotti del commissariato - racconta ancora l'Agente Lisa - hanno fermato diversi truffatori che stavano godendosi vacanze a sbafo alle spalle dei truffati che non immaginavano lontanamente tutto quello che stava accadendo. Per fortuna, o meglio, grazie ad uno dei truffati che aveva attivato sulla sua carta presso la banca le notifiche via sms di ogni operazione è stato possibile scoprire quanto stava accadendo e fermarli. C’è da dire che anche la direzione di un albergo ha contribuito a smascherare i truffatori perché si è insospettita quando a distanza di poche ore si sono presentate prima una coppia e poi tre ragazze con dei soggiorni prepagati. Una chiamata al commissariato e i pezzi del puzzle si sono incastrati".

"Quindi - conclude - vi consiglio di attivare le notifiche via sms sulla carta anche per piccoli importi e poi, se vi va, fate come me che per evitare che qualcuno carpisca i numeri quando faccio acquisti non online, ho messo sopra al CVV una piccola etichetta adesiva e memorizzato altrove i numeri come ho fatto per il pin del bancomat!".

QUEI TOSSICI CHE HANNO IN MANO LA NOSTRA VITA

Medici, piloti e manager al lavoro sotto l'effetto di sostanze stupefacenti o alcol. Ecco i pericoli che nessuno racconta

pubblicato da: www.ilgiornale.it

Un'operazione a cuore aperto, i comandi di un volo di linea, il futuro di centinaia di lavoratori: affidarli a una persona drogata o ubriaca equivale a un suicidio collettivo. Eppure ci sono categorie professionali più a rischio di altre per l'abuso di alcol e l'uso di sostanze stupefacenti.

Sono medici, piloti, manager. Ma anche infermieri, controllori di volo, gruisti, conducenti di camion, autobus e treni. Cos'hanno in comune? Fanno lavori molto stressanti e hanno in mano la vita di altre persone. Non se ne parla. Si tratta di argomenti tabù, anche all'interno delle stesse categorie. E non ci sono, almeno in Italia, statistiche ufficiali sul fenomeno. Il velo sta appena cominciando ad alzarsi da ospedali e sale operatorie, rivelando che le professioni mediche sono tra quelle più colpite. Studi internazionali, negli Stati Uniti ma anche in Paesi europei come Spagna, Germania e Inghilterra, parlano del 12 per cento circa di operatori sanitari che hanno problemi - abuso oppure vere e proprie dipendenze - con alcol, droghe, farmaci, gioco d'azzardo. Nel nostro Paese una ricerca di Dianova International (del 2012) stima un dottore su dieci. Numeri, comunque, preoccupanti.

Nasce da qui il Progetto Helper di Torino, un centro per la disintossicazione e la cura di medici affetti da dipendenze. L'idea è partita da don Paolo Fini, che da anni si occupa di recupero dei tossicodipendenti nel Centro torinese di solidarietà, e dal professor Augusto Consoli, capo del Dipartimento dipendenze della Asl Torino 2, in collaborazione con l'Ordine provinciale dei medici.

Ma perché serve una clinica «speciale» per dottori? «Medici e infermieri - spiega la dottoressa Tiziana Borsatti, consigliera dell'Ordine e referente del progetto - sono pazienti difficili da gestire. Prima di tutto perché sono convinti di potersi autocurare. Poi perché hanno bisogno di un luogo dove isolarsi e dove ci sia privacy assoluta e l'anonimato sia garantito. Non possono permettersi che si sappia del loro problema o che qualcuno li riconosca al Sert. Diventerebbe uno stigma».

La dottoressa, anestesista rianimatrice, ha incontrato colleghi che abusavano di sostanze. «Mi chiedevano aiuto - dice -, ma soprattutto di mantenere il segreto. È un fenomeno negato per anni. Helper oggi è un servizio indispensabile». I più colpiti sono chirurghi, anestesisti, psichiatri, medici di pronto soccorso, ginecologi. Con i cali di organico hanno turni sempre più duri. Non possono sbagliare nulla, sono sotto pressione continua, a contatto quotidiano con la sofferenza e la morte ma anche con le sostanze «proibite». Un dottore si prepara da solo la dose e crede di poterne gestire gli effetti. I veleni più utilizzati sono alcol, cocaina e psicofarmaci. Le conseguenze sono errori e conflittualità nelle équipe.

I medici devono poi fare i conti con il rischio burn-out, la sindrome da «esaurimento emotivo» che colpisce chi lavora con il pubblico.

TERREMOTI, LE TRAGEDIE D'ITALIA. TRE SCANDALI E RICOSTRUZIONI INFINITE.

Belice, Irpinia, L'Aquila: tre terremoti e tre spaccati di storia. Dai mancati soccorsi alle previsioni inascoltate: cronistoria di tre disastri italiani

pubblicato da: www.quotidiano.net

Tre terremoti (il Belice, 1968; l'Irpinia, 1980; l'Aquila, 2009) e tre spaccati della storia di tre Italie molto diverse tra di loro ma legate da un filo rosso: mancati soccorsi, ruberie, scandali.

Il terremoto del Belice (1968) e l'infinita ricostruzione

IL CONTESTO STORICO-POLITICO - La contestazione nelle università. E' un Paese che deve ancora conoscere la reale portata della contestazione studentesca e operaia, l'Italia del gennaio 1968. (...) In carica c'è il III governo Moro (Dc, Psi, Psdi, Pri), il IV e ultimo della legislatura (si voterà a giugno del 1968) che deve affrontare in Parlamento la pressante richiesta delle sinistre di una commissione d'inchiesta sul golpe del generale De Lorenzo del 1966.
LA CATASTROFE DEL TERREMOTO: PEGGIO DI UN BOMBARDAMENTO - Il terremoto del Belice (400 morti, 4 mila feriti, 70 mila sfollati solo il bilancio) avvenne il 14-15 gennaio 1968. Fu una grande, terribile, catastrofe, il primo vero grande terremoto del dopoguerra, ed evidenziò un cliché italiano tipico: l'impreparazione della macchina statale davanti a eventi del genere, soccorsi che arrivano in ritardo, i guasti dei primi e successivi tentativi di ricostruzione in cui si innestarono mafie, malaffare, speculazioni, perdita del patrimonio storico e artistico.  (...)
LA SPESA INFINITA DELLA RICOSTRUZIONE -  Il conto di quanto lo Stato ha speso finora per il Belice si perde nei rivoli delle mille ragionerie in cui si sono dispersi i fondi pubblici. Si sa per certo solo che tra il 1968 e il 1995 lo Stato Italiano ha erogato 2.272 miliardi di vecchie lire, ma la spesa autorizzata era ancora più alta, 3.100 miliardi di lire oggi pari a 6 miliardi di euro.

Il terremoto in Irpinia e la denuncia di un sistema marcio

IL CONTESTO STORICO- POLITICO - L'Italia tra mafia, Br e stragi. E' un Paese cupo, ancora attraversato dalle tensioni degli anni '70, il 1980: la mafia uccide in Sicilia (a gennaio Bernardo Mattarella), le Br sparano nel resto d'Italia. Il 2 agosto c'è la strage di Bologna. (...) A ottobre si insedia un governo quadripartito, subentra al II Cossiga, con a capo Arnaldo Forlani che ha lanciato l'idea del 'preambolo': basta accordi con il Pci, solo con il Psi, ormai in mano a Craxi. (...)
ARRIVA IL TERREMOTO, NON ARRIVANO I SOCCORSI - E' un novembre dolce, quello del 1980. C'è il sole, in Campania e anche altrove. La gente gira ancora in maniche corte. Il 23 novembre è una domenica stupenda. I tifosi si preparano a vedere la differita serale del derby d'Italia Juve-Inter senza neppure voler sapere il risultato. La terra trema alle 19,34. La scossa è fortissima, interminabile. Nella scala Richter l'intensità è 6,9. Interi comuni della Campania e di altre regioni limitrofe (Basilicata, Puglia) vengono distrutti. Il bilancio sarà di 2.914 morti, 8.848 feriti, 280 mila senza tetto. Oltre 500 i comuni danneggiati. La Protezione civile esiste solo sulla carta. Nessuno avverte nessuno. (...)
LA TRAGEDIA 'NON' DIVENTA CRONACA -  L'entità drammatica del sisma non viene valutata né subito né bene. (...) Nei primi giorni della tragedia, solo il quotidiano il Mattino di Napoli capisce la reale portata della catastrofe. Il 24 novembre titola "Un minuto di terrore. I morti sono centinaia". Il 25 novembre si passa a "I morti sono migliaia.100 mila i senzatetto", fino al titolo drammatico del 26 novembre "Cresce in maniera catastrofica il numero dei morti e dei senza tetto (cui si aggiunge un titolo a caratteri cubitali passato, tristemente, alla storia: "FATE PRESTO per salvare chi è ancora vivo, per aiutare chi non ha più nulla".

Il terremoto dell'Aquila

IL CONTESTO POLITICO - Il berlusconismo al suo apogeo. Nel 2009 il presidente del Consiglio è Silvio Berlusconi, che ha vinto, e trionfalmente, le elezioni politiche nel 2008 contro il Pd di Veltroni. Il suo governo, il IV, sarà il più longevo di tutti i suoi. Fini è presidente della Camera, Napolitano è Capo dello Stato. (...)
IL TERREMOTO - Il terremoto è devastante, Berlusconi corre sul luogo. Quando il terremoto di magnitudo 5,9, il 6 aprile 2009, devasta la provincia dell’Aquila e, in particolare, il capoluogo abruzzese, è piena notte. Sono le 3.32. Crollano molti edifici, i morti sono 308, 1.500 i
feriti, 65.000 saranno gli sfollati. Il terremoto ha una vastità di 8 km, è un tipico terremoto appennico, eppure i suoi effetti sono devastanti. Berlusconi reagisce con perfetto tempismo. Alle 8.30 il presidente del Consiglio annuncia: "Ho firmato il decreto per lo stato di emergenza nazionale". Mobilitati esercito, aeronautica e carabinieri, Berlusconi affida la gestione dell'emergenza a Guido Bertolaso, capo della Protezione civile, e corre all'Aquila insieme ai ministri Maroni e Matteoli. Bertolaso parla di “situazione drammatica, la peggiore da inizio millennio”.
La tv stravolge tutti i suoi palinsesti, i talk show sono soppressi, Fiorello in testa, e vanno in onda solo programmi di informazione: Vespa su Rai 1, Mediaset, Mentana su La 7. Il mondo è cambiato, la gente vuole sapere e vuole sapere subito. Fanno la comparsa, nell'informazione, anche i social network, non solo i siti Internet.
LE POLEMICHE - Le polemiche non finiscono mai. Bertolaso dichiara che è impossibile prevedere il terremoto, ma già infuriano le polemiche per la messa in guardia della settimana prima su un’imminente scossa dal ricercatore Giuliani: è un fisico del Laboratorio del Gran Sasso, ha previsto il terremoto e nessuno gli ha dato retta. Si inizia a parlare di soldi, di quanti ne servono. Il governo stanzia subito 30 milioni, la ministra Gelmini mette a bilancio 16 milioni solo per la Casa dello Studente, ma si capisce che serviranno almeno 5/6 miliardi di euro. Berlusconi assicura: “Niente ruberie”.
Il 10 aprile si tengono i funerali di stato di 205 delle 308 vittime, officiati dal segretario di Stato vaticano Bertone. Berlusconi è in prima fila e garantisce ai vivI che presto riavranno le loro case, le famose 'new town'. Una delle sue tante promesse mancate.




giovedì 25 agosto 2016

TERREMOTO, INCHIESTA PER DISASTRO COLPOSO. INDAGINI SU SCUOLA E CAMPANILE RESTAURATI DI RECENTE

A Rieti aperto un unico fascicolo. L'istituto scolastico era stato riqualificato nel 2012. Dal 1979 tre riqualificazioni sulla torre che ha abbattuto l'abitazione della famiglia Tuccio: sono morti padre, madre e due figli
Terremoto Centro Italia, inchiesta per disastro colposo. Si indaga anche su scuola e campanile restaurati di recente
pubblicato da: www.ilfattoquotidiano.it

La procura di Rieti, nell’ambito delle indagini già in corso da ieri sul sisma che ha colpito la zona di Amatrice, ha aperto un unico fascicolo “contenitore” con l’ipotesi di reato di disastro colposo. L’inchiesta è coordinata dal procuratore capo Giuseppe Saieva e vede impegnati tutti i magistrati della procura reatina. Saieva ha compiuto un primo sopralluogo nella giornata di ieri disponendo una serie di sequestri. L’inchiesta dovrà fare luce anche sui crolli che hanno interessato edifici ristrutturati recentemente, come la scuola di Amatrice e il campanile crollato ad Accumoli.

La scuola di Amatrice “Romolo Capranica” (che ospita diversi ordini e gradi, dalle scuole d’infanzia alle medie) era stata inaugurata nel 2012 dopo alcuni lavori di ristrutturazione che avevano riguardato anche l’adeguamento della “vulnerabilità sismica”. Ma dopo il terremoto dell’altra notte la parte sinistra della struttura, soprattutto la facciata, è crollata. Il taglio del nastro era avvenuto il 13 settembre del 2012. In quella sede fu spiegato dal sindaco Sergio Pirozzi che i lavori avevano interessato la fasciatura di tutti i pilastri con fibre di carbonio, il rinforzo tradizionale dei pilastri centrali, la messa in sicurezza delle tamponature esterne e delle tramezzature interne”. Costo totale dell’operazione oltre mezzo milione di euro. Il caso della scuola, assicura il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, “sarà oggetto di indagine. L’edificio in realtà non è crollato ma lesionato”. “Sono fondi Miur del 2004 messi a bando nel 2011 – spiega il governatore – A noi risultano stanziamenti anche a Amatrice per 29 edifici. I tempi sono quelli che abbiamo detto. Dico che in questi Comuni medievali un sisma pari a quello dell’Aquila ha fatto collassare tutto il paese. Le strutture rimaste in piedi sono l’Alberghiero e un albergo nella parte alta della città. L’ospedale è lesionato ma non è venuto giù. Ora è usato per il riconoscimento delle salme da parte del pm. E’ un meccanismo farraginoso? Bisognerà vedere nel merito. Molti cantieri sono aperti”.

Il campanile di Accumoli, invece, è la causa della morte di un’intera famiglia: Andrea Tuccio, la moglie Graziella e dai figli piccoli Riccardo e Stefano. La casa dei Tuccio è stata travolta dal crollo del campanile, altrimenti, forse, avrebbe resistito. Il campanile era stato restaurato tre volte a partire dal 1979, anno del primo forte sisma nella zona tra Umbria, Marche e Lazio. L’ultima riqualificazione era stata eseguita di recente, con i soldi della ricostruzione del terremoto del 1997. Ma non è bastata. “La scossa è stata talmente forte che non poteva reggere” ha spiegato il sindaco Stefano Petrucci. Non c’è stata “imperizia” nel restauro, ha aggiunto. “La morte di una famiglia intera è un dramma, i figli erano cresciuti con i miei – ha detto commosso -, ma non strumentalizziamo. Un campanile di otto metri anche restaurato da poco con il terremoto è lecito che crolli. Non abbiamo fatto noi i lavori, ma non c’è stata imperizia”. Secondo il sindaco “non possiamo dare la colpa al progettista o a chi ha eseguito i lavori. Non possiamo fare i campanile delle chiese in acciaio o in cemento armato, lo dico da tecnico. Comunque il comune non è entrato nel restauro che è stato fatto con i fondi dell’ex commissario per il sisma del ’97”.

Rapporto del Sole24Ore sulla corruzione nel mondo. L'Italia ancora tra i peggiori paesi, ma con qualche miglioramento

Corruzione, l’Italia resta tra i Paesi peggiori ma migliora


pubblicato da: www.ilsole24ore.com
articolo di Serena Uccello

In fatto di corruzione restiamo decisamente tra i Paesi non virtuosi, ovvero al 61° posto su 168 Paesi nel Mondo, con un voto di 44 su 100. Unica consolazione la constatazione che rispetto all’anno scorso abbiamo recuperato otto posizioni. E’ questo il dato che emerge dal nuovo Indice di percezione della corruzione (CPI) di Transparency International, appena presentato a Roma (presso la sede di Unioncamere).

Pur migliorando a livello globale rispetto agli anni precedenti, la posizione dell'Italia rimane purtroppo in fondo alla classifica europea, seguita solamente dalla Bulgaria e dietro altri Paesi generalmente considerati molto corrotti come Romania e Grecia, entrambi in 58° posizione con un punteggio di 46. All'interno degli ecosistemi mondiali vale la pena di sottolineare il crollo del Brasile, duramente colpito dal caso Petrobras, che ha perso 5 punti ed è passato dal 69° posto al 76°, mentre al vertice e in coda alla classifica la situazione rimane pressoché invariata: Somalia e Corea del Nord si confermano anche quest'anno come i due Paesi più opachi, mentre la Danimarca è nuovamente campione di trasparenza.

«Constatiamo con piacere che finalmente si è avuta un'inversione di tendenza, seppur minima, rispetto al passato, che ci fa sperare in un ulteriore miglioramento per i prossimi anni – commenta Virginio Carnevali, presidente di Transparency International Italia, associazione che compie quest'anno il suo ventennale impegno nel portare l'etica e la trasparenza al centro della vita politica del nostro paese -. Come dimostra la cronaca, la strada è ancora molto lunga e in salita, ma con la perseveranza i risultati si possono raggiungere. In questi giorni la Camera ha approvato le norme sul whistleblowing, le pubbliche amministrazioni stanno diventando via via più aperte e trasparenti, una proposta di regolamentazione delle attività di lobbying è arrivata a Montecitorio. Azioni queste che denotano come una società civile più unita su obiettivi condivisie aventi come focus il bene della res publica porti necessariamente un contributo fondamentale al raggiungimento di traguardi importanti».

Mentre Ivan Lo Bello, presidente di Uniocamere aggiunge: «Un passo in avanti del nostro Paese nelle classifiche internazionali sulla percezione della corruzione è sempre una buona
notizia. Per compiere un salto di qualità importante occorre però un ruolo più forte della società civile che deve acquisire la consapevolezza che un sistema dove è grande la corruzione non crea ricchezza e alimenta profonde distorsioni del mercato. La battaglia per legalità e trasparenza è resa meno difficile dalla rivoluzione digitale in atto ed anche su questo fronte occorre insistere con decisione per fare della macchina pubblica un attore trasparente, imparziale e rispettoso delle regole del mercato».

A CICONIO MUNICIPIO CHIUSO PER RAPINA, MA I BANDITI SI SONO SBAGLIATI

E' probabile che volessero fare irruzione nell'ufficio postale che si trova nello stesso stabile

pubblicato da: www.repubblica.it

Municipio chiuso per rapina. Succede a Ciconio nel Canavese dove  da ieri sulla porta di ingresso del palazzo civico è comparso un cartello: “Il municipio resta chiuso per verifiche a seguito di rapina”.

A Ciconio municipio chiuso per rapina, ma i banditi si sono sbagliatiIl malvivente è entrato in azione martedì mattina. “Forse voleva rapinare l’ufficio postale che si trova nello stesso stabile ma che quel giorno era chiuso”, spiega il sindaco  Fabrizio Ferrarese che non si capacita che qualcuno abbia pianificato un colpo proprio alla casa comunale. Il bottino infatti è misero: il poco denaro contenuto in una cassaforte, qualche migliaio di euro in tutto, e qualche cd di backup.

Per portare a termine il suo piano il rapinatore, che aveva un accento spagnolo, ha sequestrato in ufficio la dipendente del Comune.  Forse era convinto di aver sequestrato l’addetta dell’ufficio postale. La aspettata nel cortile, le ha puntato una pistola adosso e l’ha costretta ad aprire
 la porta del municipio. Poi si è fatto consegnare le chiavi della cassaforte. Sull’episodio indagano i carabinieri.

Se il bottino fossero state davvero le poste non sarebbe stata la prima rapina per l’ufficio già più volte colpito da ladri e rapinatori, “almeno un paio di volte l’anno”, precisa il primo cittadino. Il municipio, intanto, anche se era l’obiettivo sbagliato non riaprirà prima della prossima settimana.

martedì 23 agosto 2016

«A PROCESSO I FURBETTI DEL TERREMOTO»: LA TRUFFA DEI CONTRIBUTI PER LA CASA

Crevalcore, richiesta di giudizio per 14 persone. Il sindaco Broglia verso l’archiviazione.

pubblicato da: corrieredibologna.corriere.it

BOLOGNA - Sulla carta risultavano ospitati da amici e conoscenti, oppure in ripari di fortuna, nelle tende o nelle roulotte parcheggiate davanti alle case dichiarate inagibili e oggetto di un’ordinanza di sgombero del Comune. In realtà non si sono mai mossi dalla loro abitazione. Altri invece non hanno mai abitato nelle residenze indicate nell’autocertificazione, ridotte a ruderi ancor prima del terremoto del 2012. Ciononostante hanno continuato a incassare per circa un anno il contributo per l’autonoma sistemazione erogato dopo il sisma dalla Regione.
Sono i trucchetti che hanno consentito a quattordici persone, tutti stranieri appartenenti a nuclei familiari diversi gravitanti a Crevalcore, di intascare indebitamente poco più di 120.000 euro, soldi pubblici stanziati dalla Regione per consentire alle popolazioni colpite dal sisma di trovare una sistemazione abitativa alternativa.

Per tutti loro il pm Marco Forte ha chiesto il rinvio a giudizio per truffa aggravata ai danni dello Stato e falso ideologico per le bugie sostenute nell’istanza presentata per ottenere il contributo pubblico.

Si tratta della stessa inchiesta che ha coinvolto il sindaco di Crevalcore e senatore Pd Claudio Broglia e il vicesindaco Mariapia Roveri, accusati di omessa denuncia per non aver segnalato i fatti alla magistratura dopo che i carabinieri trovarono alcuni nuclei familiari nella case dichiarate inagibili nonostante percepissero il contributo post sisma. Dopo essere memorie e interrogatori, il pm Forte si è convinto a chiedere per loro l’archiviazione motivandola sotto due diversi profili. All’epoca il sindaco aveva la delega per la ricostruzione e ha sostenuto di non essersi occupato dei contributi per l’autonoma assegnazione, materia seguita invece dalla sua vice che rappresentava dunque il terminale politico della vicenda. La richiesta di archiviazione per la Roveri è invece arrivata per mancanza di dolo. In sostanza il Comune ha spiegato di aver bloccato i contributi e di essersi attivato per recuperare quelli non dovuti, ma di non aver denunciato perché molto impegnato nei controlli. Un provvedimento della Regione del 2013 imponeva ai comuni colpiti dal terremoto di effettuare controlli a campione, di almeno il 5%, sulla regolarità dei contributi percepiti per l’alloggio alternativo, Crevalcore avrebbe invece passato al setaccio tutte le pratiche. Un lavoro che ha comportato tempi più lunghi e, soprattutto, proverebbe l’assenza di dolo nella mancata segnalazione dei casi sospetti in Procura.
Per altre quattro persone infine il pm ha chiesto l’archiviazione per la tenuità del fatto. Leggi intero articolo su corrieredibologna.corriere.it

WHATSAPP, NUOVA TRUFFA: 'CONGRATULAZIONI, HAI VINTO 1.856.432 EURO'

Truffa WhatsApp: attenzione al nuovo messaggio che promette 2 milioni di euro e ruba i dati sensibili. Come difendersi.

pubblicato da: www.investireoggi.it

WhatsAppLa comunicazione mediante WhatsApp è sicuramente stata la rivoluzione degli ultimi anni e continuerà ad esserlo ancora a lungo. E come ogni rivoluzione informatica e digitale che si rispetti, porta con sé anche una rivoluzione nei modi di mettere in campo ‘truffe’. Il meccanismo è quello conosciuto come ‘phishing’ (letteralmente: abboccare all’amo) e consiste nell’invio di un messaggio che richiede all’utente di inserire alcuni dati personali per ottenere un premio o altre tipologie di privilegi.

A volte, funziona anche in maniera inversa: il nostro account è in pericolo e quindi dobbiamo dare i nostri dati personali affinché vengano messi in atto ulteriori controlli. Insomma, il mondo della truffa è sempre attivissimo: solitamente gli hacker utilizzano i format delle banche o delle poste per aver accesso ai dati sensibili del nostro conto corrente. L’unica strategia utile è quella di non inserire mai i nostri dati all’interno di alcun messaggio che provenga da e-mail, SMS o messaggi WhatsApp.

La nuova truffa WhatsApp consiste in questo messaggio: “Congratulazioni, hai vinto 1.856.432 euro”, a rischio sarebbero i dati personali. Partendo dal presupposto che, in tempi neri di crisi, nessuno ci regala 2 milioni di euro con tanta facilità, il modo migliore per non ‘abboccare’ (ricordate il termine ‘phishing’) è quello di non inserire mai i propri dati personali qualora vengano richiesti. Insomma, massima diffidenza: qualsiasi servizio che richieda l’inserimento di dati personali deve essere analizzato con attenzione e il suggerimento-base è quello di non inserire mai alcuna informazione sensibile.

Per quanto riguarda questo caso in particolare, si sottolinea anche come non esista alcuna lotteria al mondo che notifichi la vincita di un premio tanto consistente inviando semplicemente un messaggio. L’unica modo, insomma, per sconfiggere le truffe WhatsApp (e non solo) è usare il nostro cervello: un utile strumento (uguale per tutti).

PESCA ABUSIVA DI RICCI ALLE ISOLE EGADI: MAXI SEQUESTRO E MAXI MULTA

Egadi, pescatori di frodo fermati con 11 mila ricci

pubblicato da: trapani.gds.it

TRAPANI. E' un sequestro "record" quello effettuato nella notte tra giovedì e ieri da Guardia costiera e carabinieri di Trapani nel corso di un'operazione volta a contrastare il fenomeno della pesca abusiva. I militari della Capitaneria di porto e i carabinieri della sezione navale della Compagnia di Trapani hanno intercettato i pescatori di frodo sul litorale di San Teodoro, nell'estremo versante nord del Marsalese.
Trapani, CronacaCon un furgone stavano trasportando circa 11 mila ricci pescati abusivamente all'interno dell' Area marina protetta delle Isole Egadi.
"L' intervento rapido ed efficace - si sottolinea in una nota della Capitaneria di porto di Trapani - ha consentito di procedere alla reimmissione di tutti gli esemplari di ricci vivi in mare, all' interno dell' area marina protetta".
Per i pescatori di frodo, invece, una "salata" sanzione amministrativa (in questi casi, la multa può arrivare fino a 6 mila euro), il sequestro dei ricci e dei retini dentro i quali li avevano messi.


SOLDI FALSI A LEVANTO, COPPIA INCASTRATA DALLO SHOPPING

Due persone sono finite nei guai: hanno cercato di pagare in due esercizi commerciali del borgo con delle banconote che avevano lo stesso numero di serie

pubblicato da: www.cittadellaspezia.com

Soldi falsi a Levanto, coppia incastrata dallo shopping
Cinque Terre - Val di Vara - Hanno mangiato, bevuto e fatto shopping senza badare a spese. Alla fine della cena e degli acquisti hanno allungato al barista e al negoziante due pezzi da cento euro. Satolli del pasto e prossimi all'acquisto di un paio di scarpe nuove però non hanno pensato che i commercianti facessero caso ai numeri di serie delle banconote. Il colpo d'occhio delle vittime si è rivelato infallibile perchè quei soldoni erano pura carta straccia. E' quanto accaduto nella serata di ieri a Levanto.
Ed è bastata una rapida telefonata al 112 per far scattare una doppia denuncia per due giovani marocchini di 24 e 20 anni non solo per spendita e introduzione nello Stato di monete falsificate, ma anche per ingresso e soggiorno illegale in Italia.
Per un attimo hanno anche pensato di farla franca, perchè dopo aver pagato se ne sono andati alla chetichella. I carabinieri si sono messi sulle loro tracce e in quattro e quattr'otto li hanno recuperati e perquisiti.
Dalle loro tasche sono spuntati 190 euro, questa volta veri, e risultavano essere il resto dei precedenti acquisti. Alla fine della fiera la coppia di marocchini ha restituito il maltolto e sono partiti ulteriori accertamenti per verificare la loro posizione sul territorio che è risultata irregolare perchè nessuno dei due aveva il permesso di soggiorno. Le banconote sono state sequestrate.

FALSI LAVORATORI CON FALSI CONTRIBUTI: AZIENDA TRUFFA L'INPS PER MEZZO MILIONE DI EURO

Cosenza, maxi truffa all'Inps: contributi falsi per mezzo milione di euro

pubblicato da: www.repubblica.it

Cosenza, maxi truffa all'Inps: contributi falsi per mezzo milione di euroFalsi lavoratori che ricevevano contributi Inps per gonfiare i conti dell'azienda. La guardia di finanza di Cosenza ha scoperto una frode ai danni dell'Istituto di previdenza da parte del legale rappresentante di un'azienda, che opera nell'area silana, per un importo complessivo di mezzo milione di euro. L'impresa era legale solo in apparenza, ma attraverso contratti di lavoro e altri documenti falsi era stata creata una situazione contabile e gestionale completamente diversa da quella reale. In questo modo falsi lavoratori percepivano provvidenze pubbliche che non gli spettavano, parte delle quali venivano poi riconsegnate al datore di lavoro. Il titolare prometteva di riversarne una parte all'Inps, ma di fatto li intascava. La truffa, riferiscono le Fiamme gialle, ammonta a 500mila euro, di cui oltre 100mila di provvidenze pubbliche non spettanti (indennità di malattia e disoccupazione), erogate in favore di 17 lavoratori inesistenti, e circa 400.000 euro di contributi pensionistici non versati, per nessuno dei lavoratori dipendenti.

 I finti operai sono stati denunciati per truffa e falso, mentre l'imprenditore, oltre a questi reati, è stato deferito anche per l'omesso versamento di contributi previdenziali e assistenziali; rischiano tutti una condanna fino a sei anni di reclusione. La truffa è venuta alla luce nell'ambito di controlli e attività più ampie predisposte dalla guardia di finanza di Cosenza, che sta eseguendo numerose operazioni nel comparto di polizia economico finanziaria e nello specifico comparto dei falsi lavoratori.

VIAREGGIO: PRESO IL CORRIERE DEI ROLEX FALSI

Sorpreso dalla Finanza con centinaia di orologi contraffatti, era arrivato dalla riviera romagnola

pubblicato da: iltirreno.gelocal.it

Non si ferma il lavoro della guardia di finanza di Viareggio sul fronte del contrasto alla contraffazione e alla vendita dei falsi che arrivano dal mercato della malavita organizzata e ne alimentano i profitti. A fine aprile i militari delle Fiamme gialle avevano sequestrato, in una abitazione di Viareggio, più di cinquemila orologi "falsi" d'autore, per un valore di quasi 600.000 euro. E mercoledì un altro tassello si è aggiunto nella caccia ai canali di approvvigionamento della merce. Nel corso dei controlli su strada organizzati nelle settimane più calde e affollate dell'anno, infatti, è caduto nella rete un cittadino straniero che è risultato essere un vero e proprio corriere della contraffazione. Il fermo è avvenuto nella zona della pineta di Ponente, tenuta sotto pressione dalle forze di polizia dopo l'omicidio avvenuto nella notte di Ferragosto.

L'uomo era arrivato a Viareggio dalla riviera romagnola, portando il carico di falsi preziosi: qualche centinaio di orologi contraffatti, imitazione delle marche più gettonate, Rolex, Panerai, Bulgari, JWC, Patek Philippe. Il viaggio del corriere non era solo quello "coast to coast" per piazzare la merce ad una serie di clienti e/o venditori viareggini. La tappa per rifornirsi della merce era stata, immancabilmente, Napoli. Ed è un bel punto - quello messo a segno dai finanzieri viareggini, in strada per tutta l’estate - per una possibile ricostruzione dell'intera catena della contraffazione che da Napoli alla Toscana si sviluppa rifornendo i venditori di un'ampia gamma di prodotti falsi.

Nel corso del maxi sequestro dell'aprile scorso un cittadino straniero era stato denunciato alla Procura della Repubblica di Lucca per commercio di prodotti recanti marchi industriali contraffatti e ricettazione. Oggi un tassello in più si aggiunge alla mappa del mercato dei falsi a Viareggio ed in Versilia che offre la più grande varietà di prodotti: a primavera 2015, ancora la guardia di finanza di Viareggio, aveva messo le mani su oltre mille cravatte e foulard a marchio Marinella falsificato, destinate ai venditori abusivi sulla spiaggia di Forte. La centrale del falso aveva la base a Napoli, dove venivano realizzate le etichette e le confezioni, ma cravatte e foulard venivano prodotti in Cina. Dieci le persone denunciate in quell’occasione.

AGENTI CORROTTI A SASSARI, IN 13 COINVOLTI NELL’INCHIESTA: SOLDI, DROGA E CORRUZIONE

Un’indagine andata avanti per due anni dentro la sezione Volanti della polizia. Da parte della Procura c’è la richiesta di arresti domiciliari per un terzo indagato che ora si trova all’estero.

pubblicato da: lanuovasardegna.gelocal.it

SASSARI. I suoi due complici della truffa all’assicurazione avevano capito di essere in trappola nel 2014. Lui però ha continuato a credere di poter uscire indenne e nel frattempo ha mosso le sue pedine: lui il re tra qualche alfiere, numerosi pedoni e un paio di “cavallini”. Sulla scacchiera c’era l’amico Lorenzo Carboni che gli aveva pagato novemila euro in cambio di una falsa relazione di servizio, c’era il pregiudicato Lorenzino Fiori informatore prezioso per la tasca e per la carriera, c’era il collega Marco Fenu con cui dividere i soldi rubati durante una perquisizione domiciliare, c’era il pregiudicato Maurizio Allocca che avrebbe dovuto attirare in trappola uno spacciatore per ricevere in cambio 200 grammi di eroina. E poi c’erano cinque colleghi: il superiore Pier Franco Tanca e quattro compagni della squadra. Gente che si fidava di lui e che adesso è in un mare di guai per avere raccontato bugie in una relazione di servizio. Per loro l’accusa di falsità ideologica.

Ciò che colpisce, nella inchiesta della Procura che gira intorno all’assistente capo Gianluca Serra, 39 anni, sassarese, è la assoluta mancanza di cautele da parte di un poliziotto che dovrebbe sapere che ciò che si muove sulla superficie di una indagine è solo la minima parte di un lavoro che resta sommerso a lungo. Nel caso di Serra, più di due anni. Di essere al centro di una inchiesta, infatti, Serra lo sapeva fin dal 2014. Invece secondo le accuse è andato avanti imperterrito per la sua strada fino a giovedì mattina, quando uno dei suoi colleghi lo ha svegliato all’alba per comunicargli che era in arresto.

L’ordinanza del gip Michele Contini dipana una matassa apparentemente molto ingarbugliata sugli affari illeciti dell’assistente capo. Il giudice ha accolto le misure cautelari chieste dal pm Giovanni Porcheddu nei confronti del poliziotto della sezione Volanti e del suo collega parigrado Marco Fenu, 42 anni. Per loro le accuse sono di corruzione e peculato. In tutto sono tredici gli indagati: sette poliziotti e altre otto persone, ma due di loro (Fabrizio Pistidda e Marco Sanna) sono state arrestate perché nel corso delle indagini è emersa la loro complicità nel selvaggio pestaggio di un portapizze. Tutti gli altri personaggi ruotano intorno a Gianluca Serra e a Lorenzino Fiori, 21 anni, uno che ha fiocinato la ex compagna e che ha massacrato di botte un portapizze fino a ridurlo in fin di vita.

lunedì 22 agosto 2016

MULTATO PER AVER PARCHEGGIATO NEL GIARDINO DI CASA

Per entrare nel cancello ha dovuto attraversare il marciapiede: per questo la Municipale lo ha sanzionato

pubblicato da: www.iltirreno.it

LIDO. Arriva la solita busta a casa con una multa, il signor Rodolfo Principi è rimasto alquanto stupito quando ha scoperto di essere stato multato per aver parcheggiato semplicemente nel giardino di casa sua.
«Se non ci fossero da pagare 41 euro di multa - racconta - verrebbe anche da sorridere pensando di trovarsi in un film con Benigni e Troisi, ma la realtà dei fatti supera di gran lunga la finzione».
Il signor Principi vive a Milano e sua suocera, 84 anni, passa le vacanze estive a Lido di Camaiore e lui spesso va a trovarla nei fine settimana.
«Rientro a Milano dopo il weekend e trovo un avviso per una lettera giacente all’ufficio postale - dice - la vado a ritirare e scopro di aver preso una multa perché ho attraversato un metro di marciapiede davanti al cancello del giardino di casa».
I suoceri del signor Rodolfo non hanno mai richiesto né pagato il passo carrabile quindi l’attraversamento del marciapiede viene considerata un’infrazione al codice della strada: proprio come se qualcuno guidasse sul marciapiede, cosa che effettivamente è anche successa.
«Ho telefonato alla Municipale che mi ha confermato la versione - racconta - e ho anche scoperto che per riprova i due assistenti della Municipale avevano anche scattato le foto».
Principi riconosce che la legge è legge e quindi pagherà la multa ma ha anche intenzione di fare ricorso per questa scelta di “creatività finanziaria” del Comune, come la definisce Principi.
«Se un cittadino in casa ha un cancello - risponde Claudio Barsuglia, comandante della Municipale di Camaiore - e davanti c’è un marciapiede, è prescritto per legge che si debba avere un passa carrabile per transitarci. Il fatto che la macchina fosse dentro per noi consiste in una presunzione di infrazione. Nel 2011, quando sono stati rifatti i marciapiedi, abbiamo informato tutti i cittadini della norma, per invitare al rinnovo delle autorizzazioni. L’azione preventiva serviva appunto per evitare sorprese di questo tipo - conclude - adesso sanzioniamo chiunque non si sia adeguato e viola la norma».

B&B E AFFITTACAMERE ABUSIVI: 29 SCOPERTI FINO A OGGI NELLA PROVINCIA DI VENEZIA

pubblicato da: www.ilgazzettino.it



VENEZIA - “Beautiful palazzo in quiet corner of Venice”: con questo annuncio un cittadino italiano, proprietario di una palazzina di pregio nel centro storico di Venezia, pubblicizzava la sua struttura ricettiva su diversi siti internet. La locazione della magione, al prezzo variabile tra 13.000 e 25.000 euro a settimana, è dedicata soprattutto a una clientela straniera, interessata a servizi aggiuntivi di lusso quali vasca idromassaggio, bagno turco, terrazza panoramica e attracco privato per l’ingresso diretto dal canale. Quando i militari del I Gruppo della Guardia di Finanza di Venezia con la collaborazione degli agenti della Polizia Municipale lagunare sono giunti presso la struttura, ad accoglierli hanno trovato un maggiordomo e personale di servizio in livrea: servizi aggiuntivi richiesti dal cliente di turno, evidentemente molto esigente. Peccato che l’attività di locazione fosse completamente sconosciuta al fisco ed al Comune di Venezia.
Per il proprietario e gestore, oltre all’irrogazione delle sanzioni amministrative per la violazione della normativa regionale e comunale in materia turistica, c’è stata la segnalazione al competente Reparto della Guardia di Finanza per l’esecuzione dei necessari approfondimenti, visto l’irregolare impiego dei lavoratori e l’esiguo reddito dichiarato al fisco.

L'OSTELLO
L’operazione “Venice Journey” prosegue e continua a riservare sorprese. Oltre a locazioni di lusso ed affitti turistici “fai da te”, in un caso gli operanti hanno anche individuato un vero e proprio ostello, nel sestiere Cannaregio, nel quale venivano ospitati fino a 20 turisti a notte in condizioni igieniche disastrose e con scarsa sicurezza.

L'AFFITTACAMERE-"STALLA"
In un altro caso, invece, un controllo documentale ha portato a denunciare un affittacamere abusivo.
Un pattuglia delle Fiamme Gialle, infatti, ha eseguito un controllo nei confronti di un cittadino pachistano mentre faceva alcune foto nei pressi del Ghetto ebraico a Venezia. Il cittadino straniero, risultato poi un tranquillo turista in visita alla città, dichiarava di aver soggiornato in una struttura ricettiva trovata on –line: immediati i controlli con la segnalazione dell’affittacamere abusivo alla Procura della Repubblica per la mancata comunicazione degli alloggiati.

Negli ultimi due mesi di attività, sono stati scoperti 29 immobili abusivi gestiti da 24 persone fisiche, contestati circa 50mila euro di sanzioni amministrative e denunciate 10 persone per la mancata comunicazione degli alloggiati alla Questura.

domenica 21 agosto 2016

LADRI DI BICICLETTE: FURTO ALLA REGGIA DI CASERTA

Ladri alla Reggia di Caserta, rubati l'incasso del bar e due biciclette

pubblicato da: www.ilmessaggero.it



Ladri in azione nella notte alla Reggia di Caserta dove sono stati rubati l'incasso del bar interno e due delle circa quaranta bici che vengono noleggiate ai turisti. Entrambi gli imprenditori che gestiscono i due servizi per conto della direzione del monumento patrimonio dell'Unesco rendono noto di aver presentato denuncia alla Questura di Caserta dopo essersi accorti in mattinata dell'ammanco.

Secondo la denuncia dei gestori del bar, i ladri sarebbero entrati forzando il portoncino sul retro del bar, vicino all'ingresso del Parco Reale, all'inizio del lungo corridoio - il cosiddetto cannocchiale - che parte dall'entrata principale. Dopo aver rubato l'incasso, che dovrebbe essere stato cospicuo visto che ieri oltre 5mila visitatori erano alla Reggia, i ladri hanno rotto il catenaccio che lega le bici che vengono noleggiate ai turisti, poste all'esterno del bar, portandone via due.

I ladri sarebbero entrati dal Parco, probabilmente ieri sera dopo la chiusura, fuggendo poi per la stessa strada con le bici. Nell'area, come più volte denunciato dai sindacati, non esistono telecamere di video-sorveglianza. Dalla direzione museale spiegano che gli «occhi elettronici» non sono stati ancora installati perché sono in corso i lavori di restauro e manutenzione della facciata del Palazzo borbonico che dà sul Parco.

VENDE FALSI BIGLIETTI SULL'AUTOBUS. AUTISTA INCASTRATO DAI PASSEGGERI

Vende falsi biglietti sull’autobus:  autista incastrato dai passeggeri

PADOVA - Un autista di Busitalia è finito nel registro degli indagati per i reati di truffa e contraffazione. A denunciarlo sono stati due cittadini stranieri, a cui l’autista avrebbe venduto a bordo dell’autobus due biglietti falsi. Sono così scattate le indagini da parte dei carabinieri e non più tardi di due settimane fa gli uomini dell’Arma hanno effettuato una perquisizione nell’abitazione del dipendente di Busitalia. Le indagini sono solo all’inizio, gli inquirenti sono a caccia dei tagliandi di viaggio "taroccati".

pubblicato da: www.ilgazzettino.it

TROPPA VIOLENZA E DROGA: LOCALE STORICO DI VIAREGGIO DECIDE DI CHIUDERE

L'annuncio dei titolari del Pino sul Tetto: "Dopo 13 anni di calvario siamo costretti a gettare la spugna"

pubblicato da: firenze.repubblica.it

Troppa violenza e droga, locale storico di Viareggio decide di chiudereSpaccio di droga, presenza di nomadi ed ora anche un omicidio nei pressi: è per questo che un locale storico di Viareggio, attivo da oltre 70 anni, ha deciso di chiudere i battenti, annunciandolo sulla propria pagina facebook. Il locale, un ristorante con annessa pista di pattinaggio nella pineta di Ponente, Il Pino sul Tetto, a settembre cesserà l'attività. "Dopo un calvario di 13 anni, circondati dagli zingari dal 2003 al 2006 e dagli spacciatori marocchini dal 2006 ad oggi, siamo costretti a gettare la spugna. Ad impossibilia nemo tenetur, non siamo obbligati all'impossibile e la nostra resistenza è crollata. Ci mancava l'omicidio a 50 metri dal locale - scrivono i titolari riferendosi alla vicenda di un cittadino marocchino trovato accoltellato su una panchina - conferma tragica di ciò che, inascoltati abbiamo inutilmente denunciato da un decennio con atti regolarmente protocollati".

Ma, si spiega ancora, "le amministrazioni hanno ignorato il problema". "Chiudiamo, ultimi epigoni della famiglia Barsotti - si legge nel post che ha totalizzato centinaia di contatti - costretti alle esequie di un locale storico, dopo 71 anni di amore per quella pineta, un bene unico, che le amministrazioni incapaci e deleterie hanno dilapidato".

"La Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca - spiegano i titolari del locale - ha stanziato, per la sola Pineta di Ponente, un milione e mezzo, da utilizzare entro il 2016 per riordino della vegetazione, illuminazione e telecamere. Avete visto qualcosa Voi?Eppure il presidente  Arturo Lattanzi ha dato personali garanzie in merito e c'è da credergli. La pineta è abbastanza affollata per i primi 500 metri, dalla parte del centro città e sembra un accampamento, dove tutti si sono asserragliati per difendersi dagli indiani-marocchini. Siamo circondati dal buio, da quattro attività sbarrate
 e da minimo 7-8 pusher. Non possiamo spostarci nell'accampamento e ne paghiamo il prezzo, che, purtroppo è diventato troppo oneroso da sopportare, tanto da apparire incosciente esibizione di masochismo commerciale", concludono i titolari ringraziando "per l'attenzione e per la solidarietà che molti ci hanno mostrato, sicuramente col cuore sincero, come quello, col quale abbiamo esternato loro il dolore di sbarrare Il Pino sul Tetto dal primo settembre 2016"