Vergogna Circumflegrea, la diligenza del 2000 che viaggia a 30 all'ora
Telefonate per il via, fonogrammi a penna, freni a pedale

Una telefonata del capostazione per dare il via libera, nessun sistema elettronico di sicurezza, freni a pedale che non bloccano il treno dopo l’ok allo scambio con l’altro treno (come è accaduto in Puglia), gallerie senza luce e senza uscite di sicurezza, treni vecchi di 30 anni che ogni giorno si rompono e impongono viaggi sempre più difficili ai passeggeri. Quaranta minuti (se tutto va bene) da Montesanto a Licola, binari immersi nelle sterpaglie, in alcuni tratti sommersi dai sacchetti di spazzatura (alla fermata di Pianura è pieno).
Si parte alle 12,30, treno vecchio, carico di passeggeri. In alcuni tratti viaggia a 6 chilometri all’ora. Quaranta minuti vissuti nella cabina di guida con tanto di imprevisti: un treno soppresso per guasto, un mancato incrocio e quindi l’attesa della telefonata del capostazione, un guasto al sistema di chiusura delle porte, cabina di guida rovente. Un percorso a ostacoli, se si includono anche i 3 incroci (che significano attesa del via libera), 12 rallentamenti imposti dalla tabella di marcia dai 6 ai 30 chilometri orari. Troppo rischioso correre sulle due rotaie color ruggine, qui anche chi guida da una vita sta bene attento al tachimetro della velocità.
È questa la ferrovia più arretrata. Quella dove il capostazione consegna al capotreno ancora fonogrammi compilati a penna come 60 anni fa. Dove tutto è affidato all’uomo. E i viaggiatori protestano per i ritardi e aggrediscono i lavoratori (l’ultimo episodio la settimana scorsa, a Montesanto, un passeggero ha scaraventato la scrivania addosso alla lavoratrice addetta alle informazioni). (...)
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