giovedì 1 settembre 2016

REGIONE PIEMONTE E CORRUZIONE: PERICOLO “ELEVATO” NEL 40 PER CENTO DEGLI ATTI PER OPERE PUBBLICHE E SERVIZI IN REGIONE

La bozza del nuovo piano sul sito dell'ente, fino al 9 settembre si possono inviare commenti

pubblicato da: www.torino.repubblica.it

La Regione Piemonte stringe sulle norme anticorruzione e intensifica i controlli sui procedimenti ritenuti più a rischio: 2188, seicento in più rispetto alla versione precedente, per i quali vanno individuati criteri di controllo anche molto specifici con il triplice obiettivo di "scoraggiare, prevenire e correggere eventuali comportamenti corruttivi". È scritto nella bozza del nuovo piano anticorruzione, pubblicata sul sito della Regione per la quale, fino al 9 settembre, si possono inviare commenti e suggerimenti, prima dell’approvazione dal parte della giunta.

Corruzione, pericolo “elevato” nel 40 per cento degli atti per opere pubbliche e servizi in RegioneIn base all’analisi del rischio, basata sulla “griglia” dell’Autorità nazionale presieduta da Raffaele Cantone, il 40 per cento delle “cose che fa la Regione” presentano un pericolo corruzione tra elevato e critico. E si sale al 90 per cento se si considerano anche quelli a “media pericolosità”. Opere pubbliche, sanità, contratti, procedimenti finanziari, politiche fiscali, gestione degli immobili, servizi ambientali, edilizia sociale e sistemi informatici guidano la classifica, ma guardando le macrocategorie la gestione del personale viene prima delle gare d’appalto o per le forniture di servizi. Insomma, raccomandazioni, incarichi e promozioni sono oggi i terreni di caccia della corruzione. "Lo scandalo di “Mafia Capitale” ci ha insegnato che la merce di scambio oggi non sono solo i soldi – spiega il responsabile del settore Andrea Vanner – ma spesso gli scatti di carriera, più difficile da individuare rispetto ai bonifici o alle mazzette di denaro".

Anche da qui nasce l’esigenza di far ruotare il personale su vari incarichi. Entro il 30 giugno del prossimo anno dovrà “ruotare” il primo 30 per cento dei funzionari, altrettanti per l’anno successivo e i restanti a metà del 2019. Per favorire la rotazione, non sono esclusi incentivi, così come già avviene in alcuni Comuni lombardi, con “indennità” per chi accetta di spostarsi nei settori più critici. Nella prima versione il meccanismo era previsto solo per i dirigenti, ogni 7 anni, ora si pensa di applicarlo anche ai funzionari, anche se lo stesso Vanner precisa che "la migliore prevenzione è la formazione dei dipendenti".

Un altro punto forte della lotta alla corruzione è il controllo dell’incompatibilità tra gli incarichi. I dipendenti che ricoprano cariche elettive non potranno fare verifiche amministrative nei “loro” territori. Né potranno lavorare per aziende private ex impiegati regionali che si siano occupati di erogare servizi o contributi a quelle aziende nei tre anni precedenti. Per contro, nei bandi di gara ci sarà una clausola per escludere, in alcune tipologie, le aziende che hanno avuto tra i propri consulenti dipendenti collegabili alle procedure in corso.

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