venerdì 15 luglio 2016

LAVAPIATTI PAGATI CON I BUONI PASTO, 10 VERTENZE SINDACALI A FIRENZE.

Pubblicato da firenze.repubblica.it:

Pagare col buono pasto, l'ultimo affronto al lavoro

E' la sorte toccata a lavapiatti e sguatteri. Il sindacato ha dieci vertenze aperte
Pagare lavapiatti e inservienti occasionali con i buoni pasto: è l’ultima frontiera del lavoro umiliato che galleggia in una sfera grigia. Succede in Toscana, in particolare a Firenze. Qui i sindacati hanno chiuso in questi giorni l’accordo per via stragiudiziale di una delle circa dieci vertenze aperte con datori di lavoro.
La piaga è emersa a dicembre, quando, sotto le feste di Natale, ristoratori e gestori di bar reclutano per poche ore di lavoro disoccupati per far fronte al surplus di lavoro nel retrobottega: sguatteri e lavapiatti. Ma invece di ricevere una regolare paga, questi “iper precari” sarebbero stati retribuiti con ticket restaurant spendibili al supermercato, per il datore di lavoro più convenienti di un’assunzione e anche di un voucher. E i lavoratori vessati si sono rivolti al sindacato, innescando vertenze per poche centinaia di euro, al massimo tra i 1.000 e i 2.000 euro a caso.
Il datore di lavoro può acquistare tanti buoni pasto, da un valore minimo di 5,29 euro fino a 12 euro, quante sono le giornate di lavoro svolte nel mese da ciascuno dei dipendenti assunti. Salvo poi – come nei casi finiti all’attenzione dei sindacati – utilizzare irregolarmente quei buoni non come benefit per i dipendenti assunti, ma per compensare gli avventizi (i ticket possono non essere non nominali).
Sotto il profilo della tassazione, sul buono pasto il datore di lavoro paga solo l’Iva al 4% e può portare in detrazione fiscale la spesa sostenuta. Sui voucher, che pure sono stati fortemente criticati per l’abuso che se ne sarebbe fatto (per questo il governo li ha ora resi nominali), dei 10 euro pagati dal datore di lavoro 2,5 sono destinati a contribuzione previdenziale all’Inps e contro gli infortuni all’Inail.
Il sindacato è in allerta per l’emergere dell’inedita prassi di pagare “gli ultimi” con i ticket restaurant.
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