pubblicato da: www.ilfriuli.it
Sono 60 mila gli udinesi che soffrono, nell’arco della vita, di depressione: le donne sono colpite in maniera esattamente doppia rispetto agli uomini. I dati ‘disegnano’ una vera e propria emergenza sociale: la depressione diventerà nel 2020 la seconda malattia più diffusa al mondo dopo le patologie oncologiche.
(...) Il costo sociale in Italia della depressione, inteso come ore lavorative perse, è pari a 4 miliardi di euro l’anno, mentre per l’intera economia europea è stato stimato un costo pari a 92 miliardi di euro, di cui 54 (pari al 59%), correlati a costi indiretti per assenza lavorativa.
“E poi c’è il problema dei farmaci: secondo l’agenzia italiana del farmaco, solo 1/3 dei malati li assume e, tra questi, solo il 31% li prende in maniera appropriata. Quindi - prosegue Garonna - 13.800 udinesi assumono farmaci in maniera non appropriata in particolare nel dosaggio. La depressione non riconosciuta e quindi non trattata espone chi ne è affetto a varie conseguenze negative. In generale comporta una riduzione delle aspettative di vita: chi è depresso può poi isolarsi, lavorare in modo meno efficiente, trascurare le sue responsabilità. Soprattutto se giovane, può far ricorso all’alcol o a droghe per cercare di alleviare la sua sofferenza”.
Franco Garonna: Psichiatra, già direttore dell’Unità operativa complessa di psichiatria dell’ Ulss 3 di Bassano del Grappa e del centro di salute mentale dell’ Ulss12 veneziana, docente alla scuola di psicoterapia di Padova ricopre attualmente il ruolo di direttore Sanitario della casa di cura neuropsichiatrica Park Villa Napoleon di Preganziol.
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