Niente manutenzione da anni, la vegetazione ai bordi è cresciuta fino a diventare in molti tratti una foresta che invade il percorso fino a ostruirlo. I ciclisti devono fare lo slalom tra le piante, i rifiuti e le crepe e le pericolose buche sull’asfalto
pubblicato da roma.corriere.it
Gli incendi e le panchine fra i rovi
Basta vedere le foto che abbiamo scattato ieri mattina con un semplice smartphone. Le immagini parlano da sole. La pista, circa 11 chilometri, è ai limiti dell’impraticabilità, nonostante sportivi e famiglie con bambini cerchino ostinatamente di percorrerla. Il Comune evidentemente non fa manutenzione da tempo immemorabile. La vegetazione ai bordi è cresciuta fino a diventare in molti tratti una foresta che invade la pista fino a ostruirla. I ciclisti devono fare lo slalom tra le piante e l’erbaccia oppure dovrebbero portarsi da casa il machete. Alcuni, evidentemente, hanno pensato a un’altra soluzione e hanno appiccato il fuoco ai lati della ciclabile, peggiorando la situazione e ammorbando l’aria che respirano i malcapitati ciclisti. Lungo la pista e ai bordi c’è più di una discarica a cielo aperto. La spazzatura non viene raccolta da chissà quanto. Ci sono lungo il percorso diverse panchine dove il ciclista stanco, se vuole, potrebbe riposarsi, ma come si vede sono inghiottite dai rovi. Su nessuna di esse ci si può sedere. Qualche raro secchio per l’immondizia è stracolmo e i rifiuti invadono lo spazio circostante. Molte crepe spaccano l’asfalto della pista e bisogna stare attenti a non finirci dentro, soprattutto se si pedala su una bici da corsa. Se la sindaca non ci crede, la prossima domenica percorra la Ponte Milvio-Castel Giubileo. Le verrà da piangere.
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