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Confermando le condanne per naufragio colposo, omicidio colposo, lesioni personali colpose ed omessa assistenza in mare, la Suprema corte spiega che Esposito ha modificato la rotta dell’imponente motonave rimanendo “ad appena” 2 miglia e mezzo dalla costa “al fine di consentire al cellulare privato di avere campo, tenendo velocità eccessiva e comunque incongrua in relazione alle condizioni meteo e alla presenza di numerose piccole imbarcazioni in radar, ignorando le risultanze del radar di bordo, peraltro potente, sofisticato e di immediata lettura, il cui allarme sonoro era stato disattivato”.
Per annegamento, morì il ricercatore russo Petr Mikheychik, studioso molto conosciuto, mentre riuscirono a sopravvivere, nonostante le ferite e lo choc, gli altri otto ricercatori e i sei membri dell’equipaggio. La Cassazione definisce “folle” e “dettato da futili motivi” il comportamento di Esposito, dato che lo stesso comandante spiegò di aver approntato “la spregiudicata manovra di evitamento” alla luce della “cinica regola” in base alla quale “‘pesce grosso mangia pesce piccolo”.
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