Beni culturali, il grande pasticcio dei restauratori. C’è il concorso per 80 posti, non la qualifica per assumerli
Alla prima sessione di prove seimila candidati finiscono in un limbo. Vengono ammessi, ma con "riserva", perché in 12 anni nessuno s’è preso la briga di dire chi ha "titolo" per metter mano al patrimonio d’arte italiano. La pezza si rivela anche peggiore del buco: una commissione doveva verificare i requisiti ma a prove avviate è ancora in alto mare e si prende 597 giorni per verificare un elenco. Fioccano ricorsi, appelli, interrogazioni. L'elenco provvisorio congelato dal Tar.
597 giorni non bastano a verificare un elenco
A novembre 2015 il Mibact incarica una commissione di verificare oltre 6000 domande di qualifica pervenute da ogni parte d’Italia a seguito del bando. La sua istruttoria doveva terminare il 31 maggio 2016, in tempo per allargare la platea dei candidati al concorso del 24 maggio scorso. Ma 597 giorni non sono bastati a verificare un elenco di professionisti. I candidati in attesa della qualifica, dopo fior di proteste, vengono ammessi comunque ma con “riserva”, mentre a pochi giorni dal concorso – il 21 luglio – i diplomati Saf vengono ammessi d’ufficio, tanto che i loro nomi vengono pubblicati in un elenco provvisorio che farà ulteriormente infuriare gli aspiranti alla qualifica. Proprio oggi l’elenco parziale è stato sospeso dal Tar fino al 14 settembre, data di trattazione del ricorso promosso dal presidente dell’associazione “La Ragione del restauro”, Andrea Cipriani.
Nessun commento:
Posta un commento