Scontro fra treni, il capostazione di Andria ammette: "Ho sbagliato per un automatismo"
A Trani l'interrogatorio di Vito Piccarreta, che deve spiegare anche spiegare la presunta alterazione manuale dei registri cartacei di viaggio.
Il convoglio fermo ad Andria e diretto verso Corato - secondo le indagini - non doveva partire perché Piccarreta sapeva che da Corato era in arrivo un altro convoglio, che lui stesso stava aspettando in stazione. Piccarreta, quindi, dopo l'arrivo in ritardo di 23 minuti ad Andria del primo treno proveniente da Corato (l'ET 1642), avrebbe agito in base a un automatismo generato dal fatto di avere due treni fermi in stazione: ha alzato la paletta e ha fatto partire tutti e due i convogli: il primo verso Corato, l'altro verso Barletta. Questo alle 10.59. Attorno alle 11.07, un minuto circa dopo il disastro, risulta dai tabulati acquisiti dalla polizia, il capostazione di Andria ha chiamato il collega di Corato e lo ha avvertito di aver dato la partenza al treno. A quell'ora nessuno dei due capistazione sapeva che c'era stato il disastro ferroviario.
Al centro dell'audizione c'è anche il giallo dell'annotazione dell'orario di partenza del treno ET1021. Piccarreta aveva fatto sapere attraverso il proprio avvocato, Leonardo De Cesare, di avere un equilibrio psichico precario e chiesto alla Procura il rinvio dell'esame.
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